Il timore dell’avvento della terza ondata fa sì che le Regioni vengano monitorate in maniera continua. Infatti, l’ISS, effettua un monitoraggio settimanale sull’Rt. Sicchè, ci sono tre Regioni con l’indice di contagiosità più alto. A parte, però le Regioni in zona rossa (Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano e Sicilia), ci sono altri 9 i territori sottoposti a sorveglianza speciale. Tuttavia, ci si domanda: “oggi, in quali zone c’è maggior rischio di contagio?”. Le decisioni adottate dal Governo dopo il 15 gennaio, tuttavia, potrebbero mutare da un momento all’altro. In ogni caso, a parte il colore delle Regioni, l’indice di trasmissibilità del Covid, attualmente rimane alto in Umbria, Sicilia, Sardegna e Provincia autonoma di Bolzano. Invece, fino alla scorsa settimana, le Regioni ad rischio alto erano 11. Quindi, sembra che qualcosa di positivo ci sia stato.
Rischi per Regioni
Alla domanda: “in quali zone c’è maggior rischio di contagio?”, si deve rispondere facendo una classifica per Regioni. Ebbene, 9 sono le Regioni a rischio moderato. si tratta: dell’Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Valle d’Aosta, Puglia e Veneto. Poi, ne abbiamo 6 a rischio basso, che sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria e Toscana. Inoltre, ai fini dell’applicazione delle misure di contenimento, ricorre anche l’elemento relativo al livello del sistema sanitario. Ciò dimostra che ad incidere sulla collocazione delle Regioni in una zona o nell’altra, non è solo l’indice Rt.
Sicchè, in base a questo ulteriore fattore, come indicato, gli esperti reputano che siano 9 le Regioni, ancora, ad alto rischio. A livello nazionale, tuttavia, si registra un calo dei ricoveri per Covid in terapia intensiva e in altri reparti. Inoltre, si è abbassato anche l’indice medio dell’Rt nazionale.
Infatti, nel periodo dal 30 dicembre 2020 al 12 gennaio 2021, è stato pari a 0,97. A parte questi numeri, però, la situazione complessiva rimane critica. Ciò in quanto un abbassamento del livello di attenzione, comporterebbe una crescita repentina dei numeri ed una possibile terza ondata. Si ricordi, infatti, che i tempi relativi ai vaccini si sono probabilmente allungati, considerati i ritardi dell’arrivo delle forniture.