Meglio l’uovo oggi o la gallina domani? Così recita un vecchio detto che può essere utilizzato adesso in materia pensionistica per molti lavoratori. Ci sono lavoratori e contribuenti che in genere possono sfruttare alcune misure di pensionamento anticipato che però nascondono alcune penalizzazioni evidenti.
E c’è chi scegliendo di andare in pensione prima rischia di commettere un errore, sia perché potrebbero presto arrivare nuove misure anticipate e sia perché magari oggi ci sono alternative più favorevoli.
In pensione con 4 anni senza tredicesima se si sceglie l’APE sociale
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L’APE sociale è una misura favorevole dal punto di vista dell’età di uscita dal mondo del lavoro perché consente il pensionamento già a partire dai 63 anni d’età. Ma è una misura altamente penalizzante per i pensionati, il che la rende una misura ideale soltanto per chi non ha alternative. Infatti l’APE sociale più che una misura di pensione vera e propria è un assegno che accompagna i lavoratori alla vera e propria quiescenza. In pratica grazie all’APE sociale un lavoratore può godere di un reddito ponte fino al raggiungimento dei 67 anni di età.
La misura però anche se è erogata come una normale pensione da parte dell’INPS, ha delle caratteristiche che la rendono piuttosto penalizzante. Per esempio, l’APE sociale non prevede la tredicesima mensilità. In pratica i pensionati con questa misura riceveranno soltanto 12 mesi di prestazione e non 13 come succede invece con tutte le altre misure previdenziali oggi in vigore.
Altre note dolenti
L’APE sociale essendo una misura più assistenziale che previdenziale, è destinata soltanto a determinate categorie di soggetti. Parliamo degli invalidi con almeno il 74% di invalidità certificata dalle commissioni mediche delle ASL. Oppure dei caregiver, soggetti che da almeno sei mesi assistono un parente stretto disabile e convivente. La misura si rivolge anche a chi ha problematiche dal punto di vista lavorativo. Parliamo dei disoccupati e quindi di chi il lavoro lo ha perso oppure di chi e alle prese con i lavori gravosi.
La misura in caso di decesso prematuro del beneficiario non è reversibile ai superstiti. Dal punto di vista degli importi la misura non può superare i 1.500 euro al mese e non si adegua all’incremento del costo della vita come invece si adeguano tutte le altre prestazioni erogate dall’INPS.
Inoltre sull’APE sociale non si prendono gli assegni per il nucleo familiare e non si ha diritto alle maggiorazioni sociali. Dal momento che scegliere di uscire dal lavoro con l’APE sociale non è reversibile, questa opzione preclude qualsiasi altra uscita con misure più favorevoli sia oggi in vigore che papabili con la riforma delle pensioni. In altri termini uscire quest’anno con 63 anni di età e con 30 o 36 anni di contributi versati in base alla categoria di appartenenza, finirebbe con l’impedire al diretto interessato l’accesso ad una misura più favorevole per tutti gli anni che mancano ai 67 anni. Finendo in pratica in pensione con 4 anni senza tredicesima e con tutte le altre penalizzazioni prima citate.