Ci sono delle misure pensionistiche che non sono collegate all’età di un lavoratore ma solo ai contributi versati. In pratica esistono quelle misure che una volta venivano chiamate pensioni di anzianità, e che adesso si chiamano pensioni anticipate. Oltre a questo c’è anche la possibilità di sfruttare delle misure in deroga come possono essere la Quota 41 per i precoci. La cosa importante è che si tratta di misure che anche nel 2023 saranno perfettamente attive a prescindere da eventuali riforme previdenziali o nuove misure che il governo che si sta per costituire, andrà a varare. Misure però che è vero che prevedono un limite minimo di contributi versati, ma prevedono anche un limite ai contributi figurativi utilizzabili.
La contribuzione figurativa e come funziona
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La contribuzione figurativa in materia pensionistica è quella contribuzione che l’Inps versa a nome del lavoratore, nei momenti in cui questo stesso lavoratore si trova scoperto da contribuzione da lavoro. In genere La maggior parte dei contributi figurativi presenti negli estratti conto contributivi dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori autonomi sono quelli da disoccupazione e malattia. Ma non mancano i periodi del servizio militare, del servizio civile, delle aspettative per cariche elettive, elettorali o sindacali e così via. Contribuzione che come dicevamo è valida quasi sempre sia per il diritto che per la misura della pensione. In effetti questo genere di contributi vale anche per raggiungere i 20 anni di contributi versati utili alla pensione di vecchiaia ordinaria.
Le pensioni anticipate e quando nemmeno 42 anni e 10 mesi di contributi bastano
A volte la contribuzione figurativa non è valida per accedere alla pensione. O quantomeno è valida per calcolare l’importo della prestazione ma non è valida per maturare il diritto ad una prestazione previdenziale. È quello che succede a chi non matura i 35 anni di contributi effettivi e cerca di andare in pensione con le anticipate. In pensione anticipata nel 2023 con 35 anni effettivi anche prima dei 60 anni è ancora possibile però. Ma come è evidente, i 35 anni effettivi sono fondamentali quasi quanto i 42 anni e 10 mesi di contribuzione totale. Infatti per le pensioni anticipate ordinarie dei 42 anni 10 mesi di contributi versati per gli uomini o dei 41 anni di dieci mesi di contributi versati per le donne, 35 anni devono essere effettivi. In buona sostanza bisogna arrivare a 35 anni senza considerare quelli da disoccupazione e malattia. Naturalmente tutti i contributi eccedenti i 42 anni e 10 mesi sono utili al calcolo della pensione che sarà più alta di importo.
In pensione anticipata nel 2023 con 35 anni effettivi anche prima dei 60 anni
Lo stesso vale per la Quota 41 per i precoci, che è un’altra prestazione che si può percepire prima dei 60 anni, o meglio, senza limiti anagrafici anche nel 2023. Oltre ad appartenere alle categorie per le quali la Quota 41 si applica ed oltre ad aver raggiunto i 41 anni di contributi versati serve altro. Un anno di questi 41 deve essere stato versato prima dei 19 anni di età, anche in maniera discontinua. E poi, per la misura per i precoci serve lo stesso requisito delle pensioni anticipate cioè i 35 anni di contribuzione effettiva da lavoro.
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