È noto come la crisi coniugale, oltre a creare problemi personali e di tipo affettivo, comporta la necessità di risolvere importanti questioni economiche. A seguito della separazione personale, il coniuge economicamente forte deve riconoscere all’altro l’assegno di mantenimento. Questo serve al coniuge separato a mantenere lo stesso tenore di vita avuto durante il matrimonio. Quando si giunge al divorzio, abbiamo l’assegno divorzile verso l’ex coniuge e l’assegno di mantenimento per i figli.
L’assegno di mantenimento ha una funzione compensativa per gli sforzi fatti dall’ex coniuge nei confronti di quello economicamente più forte della famiglia. Dunque, tenore di vita e scopo compensativo sono le due funzioni più importanti degli assegni periodici familiari. La giurisprudenza ha anche identificato il preciso momento dal quale l’ex coniuge deve riconoscere all’altro l’assegno periodico.
Quando spetta l’assegno periodico
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Molto spesso capita che un soggetto che corrisponde oppure che riceve un assegno periodico ottenga in donazione o per testamento dei beni. Ci si chiede, allora, se questi beni, aumentando il patrimonio del soggetto, abbiano delle conseguenze sulla quantificazione dell’assegno di mantenimento. La giurisprudenza ha affrontato molte volte problemi di questo tipo. Ed ha spiegato che, in caso si ricevano immobili oppure altri beni per testamento o in donazione, bisogna fare delle differenze. I giudici hanno chiarito, più volte, che se questi beni vanno ad incrementare il patrimonio del soggetto che deve corrispondere l’assegno non ci può essere alcun aumento.
Questo perché l’assegno di mantenimento e l’assegno divorzile hanno entrambi una loro funzione. Il primo serve per consentire all’ex coniuge di proseguire il tenore di vita tenuto durante il matrimonio, il secondo ha un obiettivo compensativo. Un aumento patrimoniale improvviso è un fatto esterno al matrimonio e agli obblighi economici. Infatti, l’incremento patrimoniale è avvenuto quando il matrimonio era in una fase di sospensione oppure del tutto finito. La Cassazione, con la recente ordinanza 18777, si è occupata del caso inverso. Il caso, cioè, in cui a ricevere un’ingente eredità o donazione sia il soggetto che percepisce l’assegno periodico.
In caso si ricevano immobili e denaro in donazione o testamento sarebbero queste le conseguenze sull’assegno di mantenimento
In questo caso, l’improvviso incremento patrimoniale ha conseguenze sull’assegno di mantenimento. Infatti, uno degli elementi più importanti nella determinazione di questi assegni periodici riguarda le capacità economiche del soggetto che li percepisce. Se l’incremento patrimoniale improvviso, provocato dalla donazione o dal testamento, porta chi l’ha ricevuto in una condizione economica migliore, il giudice può revocare l’assegno.
In particolare, se si tratta di assegno di mantenimento, il parametro da considerare è il tenore di vita avuto durante il matrimonio. Se si tratta di assegno divorzile, bisogna guardare alla difficoltà economica di un coniuge che ha rinunciato alla vita lavorativa in favore della famiglia. Se quel coniuge ottiene un significativo incremento patrimoniale la disparità economica si appiattisce e l’ex non è più tenuto all’assegno periodico.
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