La fine del rapporto matrimoniale è un momento molto complicato nella vita delle persone. Sia da un punto di vista emotivo sia da un punto di vista organizzativo. La coppia deve infatti far fronte a tutte le novità che questa scelta comporta. Si pensi, ad esempio, alla gestione dei figli, i quali dovrebbero subire il meno possibile le ripercussioni di tale decisione. Si pensi, ancora, alla gestione dei beni caduti in comunione a seguito del matrimonio, che andranno poi ripartiti.
Prendere queste importanti decisioni potrebbe essere particolarmente difficoltoso qualora il matrimonio sia connotato da forti dissapori. Infatti, nel caso in cui le parti non trovino un accordo dovranno ricorrere alla separazione giudiziale che consiste in un vero e proprio contenzioso civile. In questa ipotesi sarà il giudice a decidere come regolare i rapporti degli ex coniugi e stabilire, ad esempio, se l’ex marito sia tenuto a pagare l’assegno di divorzio alla ex moglie.
In caso di separazione o divorzio è possibile ottenere la casa dell’ex marito risparmiando un’ingente somma di denaro presentando questi documenti
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Molto meglio, allora, trovare preventivamente un accordo così da poter ricorrere alla separazione consensuale. Tra i benefici di questa opzione vi è innanzitutto la previsione di un iter ridotto rispetto a quello previsto per la separazione giudiziale. Non solo, i giudici della Corte di Cassazione si sono pronunciati con una storica sentenza (numero. 21761/2021) attribuendo un nuovo effetto alla separazione consensuale.
Quando i coniugi decidono di ricorrere alla separazione consensuale, devono definire le condizioni che regoleranno i loro rapporti a seguito dello scioglimento del matrimonio. La definizione di tali regole confluisce in quello che si chiama accordo di divorzio. Con tale accordo si decide, ad esempio, a chi dovrà andare la casa familiare che fino a quel momento apparteneva ad entrambi. Fino allo scorso anno questo accordo veniva considerato al pari di un preliminare di vendita e, come tale, non idoneo a trasferire immediatamente la proprietà.
Il trasferimento diretto della proprietà
I giudici della Cassazione hanno invece affermato che tali accordi possono trasferire immediatamente la proprietà del bene. Secondo la Corte questo accordo ha la stessa efficacia dell’atto pubblico redatto dal notaio ed è valido come titolo per la trascrizione nei pubblici registri. Questo significa che in caso di separazione o divorzio è possibile ottenere l’abitazione dell’ex marito, risparmiando una cospicua somma di denaro, presentando i documenti indicati dai giudici.
La Corte ha allora individuato gli elementi che devono essere indicati all’interno dell’accordo affinché possa produrre l’effetto traslativo. In particolare, i coniugi devono presentare l’identificazione catastale, il riferimento alle planimetrie depositate in catasto e la dichiarazione di conformità allo stato di fatto dei dati catastali e delle planimetrie. È inoltre necessario che l’accordo sia inserito nel verbale di udienza di separazione consensuale. Questo comporta che i coniugi non dovranno più rivolgersi al notaio risparmiando così molto denaro.
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In questo caso l’ex moglie può ottenere un’ingente somma di denaro dall’ex marito