Quando si stipula un contratto questo, tra le parti, ha forza di legge. L’articolo 1372 codice civile afferma proprio questo principio. In sostanza significa che se si stipula un contratto questo va rispettato, altrimenti ci saranno delle pesanti conseguenze. Lo ha ricordato di recente la Corte di Cassazione, che ha spiegato come il lavoratore che non rispetti il contratto di lavoro rischia il licenziamento immediato. Infatti, violare gli obblighi del contratto di lavoro può portare non solamente al licenziamento ma anche ad altre conseguenze, come il risarcimento del danno.
Violare un contratto genera la responsabilità civile di tipo contrattuale. Come immediata conseguenza sorge, appunto, l’obbligo di risarcire il danno causato alla controparte. Come detto, questo può avvenire tranquillamente in un contratto di lavoro, sia a causa del comportamento del dipendente, come visto, ma anche per inadempienze del datore di lavoro. In un altro recente provvedimento, la Cassazione ha spiegato che se il datore non adibisce il dipendente alle mansioni per cui è stato assunto viola il contratto di lavoro e rischia un grosso risarcimento.
Gli obblighi contrattuali delle compagnie telefoniche
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Questi sono solo esempi di un principio generale, se si stipula un contratto e non lo si rispetta bisogna risarcire il danno prodotto. Molto interessante una innovativa sentenza, numero 407 del 2022 del Giudice di Pace di Monza. Il giudice ha spiegato cosa succeda, dal punto di vista giuridico, in caso di connessione internet lenta o assente. Quando concludiamo un contratto di somministrazione di connessione ad internet, la compagnia che offre il servizio si vincola a veri e propri standard di efficienza. Se questi mancano o non sono raggiunti la compagnia sta violando il contratto che ha stipulato con la sua utenza. E, come visto, chi viola i contratti è tenuto al risarcimento.
Il caso era quello di un utente che aveva stipulato un contratto che prevedeva che la compagnia telefonica gli fornisse una connessione internet di almeno 50 mbts. Accortosi che la velocità di navigazione era nettamente inferiore a questa soglia minima, chiedeva chiarimenti alla compagnia telefonica. Questa certificava che la velocità del servizio non poteva superare i 6 mbts, e dunque non poteva garantire quanto previsto dal contratto. La compagnia si limitava, allora, ad offrire all’utente una riduzione del canone mensile di abbonamento al servizio.
In caso di connessione internet lenta o assente l’utente può chiedere un ingente risarcimento
Il cliente, non soddisfatto da questa proposta, si recava dal Giudice di Pace di Monza per chiedere il risarcimento del danno subito. Secondo il giudice la compagnia aveva palesemente violato il contratto, che prevedeva degli standard minimi di efficienza. E per questo ha considerato la compagnia stessa responsabile civilmente, riconoscendo all’utente un risarcimento del danno da disservizio di circa 4.000 euro. A cui il giudice ne ha aggiunti 1.000 di spese per la lite.
Il consiglio, allora, è quello, in caso di connessione lenta o di disservizi frequenti, di controllare bene il contratto con la compagnia telefonica. Infatti, se sono previste soglie minime di efficienza, come spesso capita e come in questo caso, potrebbe spettarci un grosso risarcimento del danno da disservizio.