Al giorno d’oggi è sempre più importante il rapporto tra banca e clienti. Moltissime persone addebitano il loro stipendio direttamente in banca e per effettuare pagamenti utilizzano soprattutto carte e operazioni bancarie. Oltretutto, da poco, è anche diventato obbligatorio, per gli esercizi commerciali, dare la possibilità di pagare tramite carta, altrimenti ci sono pesanti sanzioni.
La banca, poi, fornisce una serie di servizi. Permette di prendere in prestito denaro, tramite i mutui. Questo per fare acquisti importanti e suddividerli in rate, come ad esempio per il comprare un’automobile o una casa.
Dunque, il rapporto con la banca è sempre più stretto. Bisogna, però, fare attenzione.
Siccome le banche maneggiano il denaro e i risparmi delle persone, la legge regola la loro attività in una maniera molto attenta. È previsto un organismo, la Banca d’Italia, che controlla costantemente che le banche rispettino le norme di legge, sia nei rapporti tra di loro e il sistema statale, sia nei confronti dei clienti.
Le regole che le banche devono rispettare
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Ci sono molte regole che le banche devono rispettare. Solo per fare alcuni esempi, in caso di bonifico o di assegno, ci sono una serie di norme di garanzia previste dai contratti di adesione. Oppure il cliente può sempre scegliere di cambiare banca e può farlo in maniera semplicissima.
Si parla di portabilità bancaria. Se la banca impedisce al cliente di esercitare i suoi diritti rischia sanzioni veramente molto pesanti.
Proprio a difendere i diritti dei clienti è intervenuto, in un caso recente, l’ABF. L’Arbitro Bancario e Finanziario è una sorta di giudice che, però, fa parte della Banca d’Italia, cioè è un ente amministrativo. Consente ai clienti di difendersi dalle banche senza andare dal giudice, quindi senza attivare un processo, con costi e burocrazia molto inferiori.
In caso di bonifico o di assegno, ecco cosa succede se si sbaglia l’IBAN
Ad ogni modo, è interessante la decisione dell’ABF 6886 del 2022.
Un cliente di una banca effettuava un bonifico bancario, ma sbagliava ad inserire l’IBAN del destinatario. I soldi, dunque, giungevano ad un terzo soggetto. Il cliente, accortosi dell’errore, chiedeva alla banca del destinatario di fornirgli i dati di questo soggetto per recuperare i soldi.
La banca del destinatario negava questa comunicazione, dicendo che i dati dei propri clienti erano soggetti al segreto bancario e che non poteva diffonderli. Allora, il soggetto che aveva effettuato il bonifico si rivolge proprio all’ABF.
L’ABF da ragione al cliente. Spiega, infatti, che se non si inserisce l’IBAN corretto è sempre possibile recuperare i soldi. Infatti, la banca del destinatario sbagliato deve comunicare i dati di questo a chi ha effettuato l’operazione quando lo richiede. E la banca non può opporre la privacy o il segreto bancario.
Infatti, la riservatezza e il segreto decadono quando si esercita un diritto di difesa delle proprie ragioni, di questo tipo.
Approfondimento
Ecco a cosa fare attenzione in un rapporto di conto con la banca per evitare di perdere molti soldi