Con le misure di contrasto alla povertà vietato sbagliare e vietato adottare stratagemmi e furbate atte a ricevere autentici aiuti di Stato non spettanti. Questo valeva per il Reddito di Cittadinanza e vale anche per Supporto Formazione e Lavoro o per l’Assegno di Inclusione. Ora tratteremo del seguente argomento: in carcere chi commette questo illecito.
In effetti le notizie di cronaca continuano a mostrare situazioni gravi con sentenze di condanna con addirittura carcere per chi ha commesso questi errori con il Reddito di Cittadinanza in passato. E dal momento che con le nuove misure introdotte dal Governo, i controlli saranno ancora più serrati, ecco che i rischi sono davvero alti.
In carcere chi commette questo illecito sull’Assegno di Inclusione come per il Reddito di Cittadinanza
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Sono stati 13.000 euro di soldi percepiti ma non spettanti, con oltre 2 anni di carcere come condanna. Questa l’ultima notizia di cronaca sopraggiunta in queste ore che riguarda un titolare di Reddito di Cittadinanza nel 2023.
L’interessato aveva dichiarato, sia nella domanda di Reddito di Cittadinanza che nell’ISEE, di essere residente in Italia da 10 anni, come regola voleva per poter percepire il sussidio. Nel caso specifico si tratta di un uomo di origini albanesi, che però era residente in Italia da “soli” 8 anni. Il caso viene dalla provincia di Arezzo, dove una indagine della Guardia di Finanza ha portato alla luce questa situazione. Fruizione illecita di aiuti di Stato, questa l’accusa con il Giudice che ha condannato l’uomo. Un soggetto che nel 2021 e nel 2022, proprio per via della falsa dichiarazione di residenza decennale in Italia, aveva goduto del sussidio per importi complessivi superiori a 13.000 euro.
Assegno di Inclusione, i controlli e le sanzioni sono più pesanti
Per ricevere un sussidio, sia il vecchio RDC che il nuovo ADI, bisogna autocertificare il possesso dei requisiti. E soprattutto, bisogna avere un ISEE in corso di validità. Anche in questo caso, tutto autocertificato. In pratica, il richiedente per ben due volte deve dichiarare sotto la propria responsabilità di avere i requisiti per la misura.
Come si legge nel testo del Decreto lavoro del 1° maggio 2023, da cui è nato l’Assegno di inclusione, sono previste sanzioni penali in caso di dichiarazioni mendaci, di esibizione di falsa documentazione, di omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio o di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini del conseguimento o mantenimento del beneficio. In sostanza, chi rende dichiarazioni false o omette informazioni per entrare tra i beneficiari dell’Assegno di Inclusione, o per continuare a percepire il sussidio, rischia penalmente. E c’è la reclusione da 2 a 6 anni. La semplice mancata comunicazione di variazioni di reddito o patrimonio, comporta la reclusione da 1 a 3 anni. Quindi, perdere semplicemente il beneficio, cioè venire esclusi dall’Assegno di Inclusione è solo il rischio minore di tutta questa storia.