Non si tratta di una novità assoluta, visto che è un aiuto introdotto tra le fine del 2021 e l’inizio del 2022. Ma il decreto Aiuti bis di agosto è andato a modificare parte della normativa in questione. Che ora recepita dall’INPS, è spiegata nel messaggio 3499 del 26 settembre 2022. Ma di cosa si tratta esattamente? . Quest’anno aumentano gli importi delle pensioni grazie all’esonero contributivo previsto dalla Legge di Bilancio 2022. In arrivo lo sconto sui contributi, ma vediamo come funziona e chi interessa.
Di cosa si tratta?
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Oltre alle novità previste per il 2023 sui coefficienti di trasformazione, la Legge di Bilancio 2022 prevede un esonero contributivo che riguarda la sola quota IVS dei contributi che sono a carico del lavoratore. Ma questo beneficio è riconosciuto solo se la retribuzione imponibile del dipendente non superi i 2.692 euro mensili. Ovvero i 35.000 euro annuali di reddito complessivo.
Il decreto Aiuti bis, poi, è andato a modificare quanto previsto dalla Legge di Bilancio. Ha stabilito, infatti, che per il periodo ricompreso tra il 1 luglio ed il 31 dicembre 2022 l’esonero contributivo è maggiorato di 1,2 punti percentuali. Un intervento statale straordinario che in un periodo di crisi va a sommarsi ai vari Bonus previsti per le famiglie.
Ma perché comporta un aumento della pensione?
Se il lavoratore avesse versato di propria tasca la quota contributiva IVS, si sarebbe trattato di uno 0,8%. E già il fatto che il dipendente sia stato sgravato di questa quota per un determinato periodo comporta un beneficio. Ma la percentuale in questione viene incrementata per ben 6 mesi di 1,2 punti percentuali arrivando, quindi, al 2%.
Questo beneficio, quindi, non solo apporta un aumento temporaneo della busta paga (0,8% in più di reddito per il lavoratore che non paga il versamento in questione). Ma va ad incidere, anche se in maniera lieve sulla pensione grazie all’incremento dei punti percentuali.
In arrivo lo sconto sui contributi che aumenta l’importo delle pensioni
Nel messaggio l’INPS specifica che la condizione per poter beneficiare dell’agevolazione va ricercata nella retribuzione imponibile per il versamento contributivo. Se questa è pari o inferiore a 2.692 euro il lavoratore ha diritto all’esonero, altrimenti no.
Il limite dell’imponibile contributivo, precisa l’INPS, va ricercato in tutti i contratti di lavoro dipendente. Anche in quelli part time. E la retribuzione imponibile ai fini previdenziali deve essere maggiorata della rata di tredicesima. Ed in questo caso l’esonero riguarderà sia il rateo di dicembre che quello relativo alla mensilità aggiuntiva.
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