Uno dei compiti più difficile del Governo è quello di dare vita ad una nuova riforma pensione a partire dal primo gennaio 2022. Con l’addio della pensione anticipata Quota 100, le incognite su cosa succederà al sistema previdenziale sono tante. In arrivo la riforma pensioni sui requisiti della Legge Fornero da gennaio 2022 che crea malcontento nei lavoratori perchè la considerano fatta di ‘lacrime e sangue’. In effetti, le proposte sul tavolo tecnico sono molte, ma il Governo sembra voler seguire la strada delineata dalla riforma Fornero, denominata riforma di “lacrime e sangue”. Analizziamo in base alle ultime indiscrezioni, le novità sul nuovo sistema previdenziale.
In arrivo la riforma pensioni sui requisiti della Legge Fornero da gennaio 2022 che crea malcontento nei lavoratori perchè la considerano fatta di ‘lacrime e sangue’
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Le proposte per una riforma pensione dopo Quota 100 sono presentate dai sindacati di alcuni partiti, che mirano al superamento della riforma Fornero. Purtroppo, le proposte presentate non trovano riscontro sulla sostenibilità. Inoltre, c’è un altro aspetto da considerare, l’Unione Europea ha chiesto all’Italia un ritorno alla strada delineata dalla riforma Monti Fornero.
Senza riforma si torna alla Legge Fornero
In arrivo la riforma pensioni sui requisiti della Legge Fornero da gennaio 2022 che crea malcontento nei lavoratori perchè la considerano fatta di ‘lacrime e sangue’. Se entro fine anno 2021, l’esecutivo non procederà con una nuova riforma pensioni, si ritornerà ai requisiti previsti dalla riforma Fornero.
Lo scenario possibile dal 1° gennaio 2022 è quello dell’accesso alla pensione di vecchiaia con 67 anni di età e 20 anni di contributi. Inoltre, resta la pensione anticipata con un requisito contributivo diverso tra uomini e donne, a prescindere dall’età anagrafica. Nello specifico:
a) donne: 41 anni e 10 mesi di contributi;
b) uomini: 42 anni e 10 mesi di contributi.
Inoltre, bisogna considerare che i requisiti sono soggetti all’adeguamento all’aspettativa di vita ISTAT. Questo comporta un innalzamento dell’età pensionabile di tre mesi ogni biennio fino al 2026. Un aumento di due mesi ogni biennio dal 2027. L’adeguamento è previsto per entrambe le misure.
Questa situazione preoccupa i lavoratori e crea un malcontento generale.