In arrivo indagini dell’Agenzia delle Entrate su prelievi e risparmi su conto corrente e libretto postale  

Fisco

Gli accertamenti del Fisco sui redditi dei contribuenti italiani possono partire in qualunque momento e anche in maniera automatica. In alternativa l’Autorità fiscale può effettuare verifiche entro il limite temporale di 4 mesi dalla data di presentazione o dal 30 settembre 2021. Anche la giacenza media annua dei depositi bancari e postali non sfugge all’occhio indagatore delle verifiche fiscali. Consigliamo infatti di fare “Attenzione alle pesanti multe dell’Agenzia delle Entrate per alcuni risparmiatori che non dichiarano i soldi sul conto corrente oltre questa somma”. Persino un errore o una dimenticanza in buona fede può far scattare pesanti sanzioni pecuniarie.

Né deve ritenersi al riparo il risparmiatore che ha scelto di affidare la custodia del proprio denaro alle Poste italiane piuttosto che ad un istituto bancario. Sono infatti previste “Multe di oltre 5.000 euro dall’Agenzia delle Entrate per i titolari di libretto postale e buoni fruttiferi che non dichiarano questi dati”. Pertanto per alcuni contribuenti potrebbero davvero essere in arrivo indagini dell’Agenzia delle Entrate su prelievi e risparmi su conto corrente e libretto postale. Ricordiamo infatti che entro il 31 marzo di ogni anno gli istituti di credito devono comunicare all’Anagrafe tributaria qualunque operazione bancario e postale.

In arrivo indagini dell’Agenzia delle Entrate su prelievi e risparmi su conto corrente e libretto postale

Con le informazioni provenienti dal database della superanagrafe sia il Fisco che la Guardia di Finanza sono in grado di scoprire anomalie nella dichiarazione reddituale. Non vi è scampo dunque per chi dichiara redditi modesti e allo stesso tempo ha un tenore di vita elevato rispetto alle entrate che denuncia. Una simile disparità ovviamente induce l’Agenzia delle Entrate a presumere che il contribuente percepisca denaro in nero e nasconda altri redditi per non pagare tasse. Allo stesso modo rischia accertamenti fiscali chi non preleva quasi mai denaro dal conto o dal libretto postale o effettua prelievi di importo troppo basso. Quando un contribuente non attinge dalle proprie riserve i soldi per le spese di mantenimento è assolutamente lecito ipotizzare entrate non tassate. Per sfuggire ai controlli fiscali bisogna pertanto prestare attenzione anche alle operazioni di prelievo e prendere ogni mese il denaro corrispondente al minimo vitale.

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