Il Fisco cambia orientamento e tra le varie proposte in merito alle cartelle esattoriali, anche la richiesta dei dati dei conti correnti dei cittadini. A presentare questa proposta in Parlamento è l’Agenzia delle Entrate Riscossione, e riguarda le attività di recupero dei ruoli (cartelle esattoriali).
Quindi, se la proposta sarà ufficiale, sono in arrivo cambiamenti sulle cartelle esattoriali e l’Agenzia delle Entrate chiede i conti correnti. Questo sistema renderebbe più efficace il metodo di riscossione. La notizia è stata annunciata unitamente alla cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 5.000 euro.
La cancellazione delle cartelle esattoriale sarà automatica, ma coloro che hanno già pagato ricevono il rimborso? Purtroppo, la normativa su questo punto è molto chiara. Non spetta nulla ai contribuenti pagatori.
In arrivo cambiamenti sulle cartelle esattoriali e l’Agenzia delle Entrate chiede i conti correnti
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L’Agenzia delle Entrate Riscossione ha presentato una proposta con lo scopo di ottimizzare il sistema di riscossione delle cartelle esattoriale. La proposta prevede una maggiore rintracciabilità modificando le regole dell’archivio dei rapporti finanziari.
L’Agenzia spiega che tale richiesta è importante soprattutto nelle operazioni di pignoramento. In quanto spesso i conti correnti sono incapienti o vuoti. Si tratta dei cosiddetti “pignoramenti al buio“ che comportano da parte dell’Agenzia delle Entrate un dispendio di risorse per le attività di individuazione del capitale disponibile.
La proposta con la richiesta dei dati del conto corrente del contribuente serve a risolvere questa criticità.
Le informazioni che chiede l’AdER non sono solo le informazioni del conto corrente, ma anche un aggiornamento costante.
Questo perché le informazioni consegnate potrebbero essere discordanti rispetto a quelle effettive. Con un aggiornamento costante questo problema si risolverebbe. L’AdER consiglia un invio mensile dei dati bancari o postali.
Inoltre, sempre l’AdER per evitare i pignoramenti al buio, chiede l’accesso alle fatture elettroniche. Questo per poter pignorare, in caso di insolvenze, i rapporti commerciali verso terzi, senza dover effettuare delle visite e ispezioni presso la sede aziendale.
Questa procedura di controllo rischia di diventare troppo invasiva, anche se la stessa Agenzia delle Entrate ha posto dei limiti alla verifica dei dati.