I rendimenti dei BTP a 50 anni e a 10 anni sono quasi uguali. Quali sono le cause di questo fenomeno e quali sono le conseguenze per gli investitori?
La curva dei rendimenti è la rappresentazione grafica dei tassi di interesse dei titoli di Stato in base alla loro durata residua. In genere, i titoli con scadenze più lunghe hanno rendimenti più alti, perché implicano un rischio maggiore e una minore liquidità. Questo significa che gli investitori richiedono una maggiore remunerazione per prestare i loro soldi allo Stato per un periodo più lungo.
Il sorprendente paradosso dei BTP a 50 anni e a 10 anni con lo stesso rendimento
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La curva dei rendimenti è uno strumento fondamentale per valutare le aspettative del mercato sullo stato dell’economia, sull’inflazione e sulla politica monetaria. Una curva dei rendimenti crescente indica fiducia nel futuro, mentre una curva piatta o invertita segnala incertezza o recessione.
Attualmente, i BTP a 50 anni e a 10 anni hanno un rendimento netto molto simile. Al momento della stesura di questo articolo il BTP con scadenza febbraio 2033 (Isin: IT0003256820) aveva un rendimento lordo del 4,3%. Invece il rendimento del BTP con scadenza a marzo 2072 (Isin: IT0005441883) aveva un rendimento lordo a scadenza del 4,4%. Questo significa che il mercato non vede una differenza significativa tra il rischio e la remunerazione di questi due titoli, nonostante la loro durata sia molto diversa.
La spiegazione per questo sorprendente fenomeno
Le aspettative sul futuro a breve dell’economia italiana e dell’area euro sono incerte. Molti analisti stimano che nei prossimi mesi l’economia della UE potrebbe cadere in recessione a causa del rialzo dei tassi da parte della BCE, che mira a raffreddare la corsa dell’inflazione.
La BCE ha un ruolo chiave nel determinare i rendimenti dei BTP, in quanto è responsabile della politica monetaria dell’area euro. Alcune recenti dichiarazioni di membri della Banca Centrale Europea hanno fatto capire che la BCE potrebbe proseguire nel rialzo dei tassi. Così gli analisti stimano tassi in crescita nei prossimi mesi ma un calo quando l’economia frenerà.
L’impatto sui BTP dell’attesa di un ulteriore rialzo dei tassi
La previsione dei tassi in aumento, e quindi dei rendimenti, spinge le vendite sui titoli a tasso fisso con durata breve e media. Invece sono poco venduti i BTP a lungo periodo, come quello a 50 anni, strumento ideale per istituzionali che investono nel lungo periodo.
Così i rendimenti dei titoli con durata residua medio lunga lievitano oltre il normale. Ecco spiegato il sorprendente paradosso dei BTP decennali che hanno un rendimento vicino a quelli a 50 anni. Il secondo ha un rendimento corretto, è il primo che ha un rendimento anomalo.