Le malattie neurodegenerative sono ancora una zona grigia della medicina. I medici ancora non sanno per certo cosa sia a causarle, né come debellarle. Tra le malattie che colpiscono il cervello, le più temute e diffuse sono senza dubbio Alzheimer, Parkinson e demenza senile. Il termine demenza, a dire la verità, racchiude un insieme di vari sintomi concernenti il declino cognitivo degli anziani. Secondo le stime, solo in Italia sarebbero circa un milione le persone a soffrire di demenza. Per questo, la ricerca sta spingendo molto per comprendere come prevenire e curare questa malattia del cervello.
Un passo avanti arriva da un recente studio, condotto presso il Karolinska Institutet di Stoccolma. Secondo i ricercatori il rischio di demenza negli anziani aumenterebbe quando i battiti cardiaci a riposo superano questa soglia. La ricerca in questione, dunque, avrebbe scoperto un importante legame tra frequenza cardiaca e demenza. Così facendo, avrebbe trovato un modo per presagire in anticipo la malattia.
Il rischio di demenza negli anziani aumenterebbe quando i battiti cardiaci a riposo superano questa soglia
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Risale a poco tempo fa la pubblicazione sulla rivista Alzheimer’s & Dementia dello studio che lega frequenza cardiaca e demenza senile. I ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma hanno cercato di determinare la relazione tra frequenza cardiaca a riposo e declino cognitivo negli anziani. Lo studio ha preso in esame un campione di 2.147 pazienti, tutti di età superiore ai 60 anni. I ricercatori hanno seguito i membri del campione per due periodi: dal 2001 al 2004 e dal 2013 al 2016.
Stando ai dati rilevati dai ricercatori, una frequenza cardiaca a riposo troppo elevata può essere spia di un rischio più alto di demenza. In particolare, i rischi di demenza aumenterebbero quando la frequenza cardiaca a riposo supera la soglia di 80 battiti al minuto.
Una frequenza cardiaca troppo alta aumenta i rischi di declino cognitivo anche senza malattie cardiovascolari
I ricercatori hanno asserito che, con frequenza cardiaca a riposo superiore a 80, il rischio di declino cognitivo negli anziani è più elevato. Ma lo studio sottolinea anche un altro aspetto.
Secondo i dati, il rischio di demenza senile, in caso di frequenza cardiaca a riposo così alta, è indipendente dalla presenza di alte malattie cardiovascolari.
Stando alle parole dei ricercatori, lo studio può essere molto importante perché può aprire nuove vie alla prevenzione di demenza e malattie neurodegenerative in generale.
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