Era da oltre un anno che sull’S&P500 non si registrava un ribasso settimanale così importante. Tuttavia, nonostante qualche turbolenza, le prospettive per i mercati azionari americani potrebbero essere ancora al rialzo.
I dati sul mercato del lavoro statunitense
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Il mercato del lavoro statunitense sta mostrando segnali di indebolimento, ma non si tratta ancora di un crollo. La settimana scorsa, l’attenzione degli investitori si è concentrata sul rapporto sui posti di lavoro non agricoli di agosto, un indicatore chiave. Il rapporto ha confermato una tendenza al rallentamento con una riduzione del tasso di disoccupazione dal 4,3% al 4,2%, ma ha anche evidenziato un rallentamento nel numero di nuovi posti di lavoro creati e diverse revisioni al ribasso dei dati precedenti. Nonostante ciò, i mercati hanno continuato il sell-off che era iniziato a settembre, un mese storicamente volatile. Ad esempio, l’indice S&P 500 è sceso del 4% rispetto ai massimi recenti, pur rimanendo in rialzo di oltre il 13% dall’inizio dell’anno.
Questo scenario di rallentamento del mercato del lavoro aumenta i rischi per l’economia, ma al momento non suggerisce un crollo imminente o una recessione. L’attenzione degli investitori si sposta ora verso la Federal Reserve (Fed) e su come i dati più deboli sul mercato del lavoro, insieme a un’inflazione più bassa, potrebbero influenzare i futuri tagli dei tassi di interesse. Si prevede che la Fed inizi il ciclo di riduzione dei tassi nella riunione del 18 settembre con un taglio di 0,25%, anche se la probabilità di un taglio più significativo, pari a 0,50%, è aumentata a causa dei dati economici più deboli. Durante la riunione, la Fed fornirà anche nuove proiezioni economiche e un aggiornamento del “dot plot”, che indica le aspettative future sui tassi da parte dei membri del Comitato Federale del Mercato Aperto (FOMC). La Fed potrebbe essere pronta a sostenere ulteriormente il mercato del lavoro, preparandosi per tagli più consistenti se necessario.
I mercati azionari americani vengono da una lunga corsa al rialzo
Nonostante le difficoltà recenti, i mercati hanno avuto una performance robusta nel 2023 fino alla fine di agosto, con l’S&P 500 in crescita del 18%. Tuttavia, settembre e ottobre sono tipicamente periodi più turbolenti per i mercati, e le elezioni statunitensi del 5 novembre aggiungono ulteriori incertezze. Ci si aspetta quindi una possibile correzione del mercato, con cali tra il 5% e il 10% nelle prossime settimane. Tuttavia, i fondamentali economici rimangono favorevoli per un’espansione: l’inflazione è in calo, la Fed è pronta a ridurre i tassi e, sebbene la crescita economica stia rallentando, non sembra ancora orientata verso una recessione. Per gli investitori a lungo termine, questo potrebbe essere un buon momento per rafforzare le posizioni, ribilanciare i portafogli, diversificare o aggiungere investimenti di qualità, approfittando di potenziali prezzi più bassi. Si prevede che la crescita economica possa accelerare di nuovo nei prossimi 12-18 mesi.
Il rapporto sui posti di lavoro non agricoli di agosto ha mostrato un chiaro rallentamento: sono stati creati 142.000 nuovi posti, meno dei 165.000 attesi. Anche i dati dei due mesi precedenti sono stati rivisti al ribasso, portando la media di tre mesi a 116.000 nuovi posti, ben al di sotto della media di 334.000 degli ultimi tre anni. Il settore manifatturiero è stato particolarmente debole, perdendo 24.000 posti di lavoro, mentre settori come il tempo libero, l’ospitalità, l’educazione, i servizi sanitari e il settore pubblico hanno visto una crescita più moderata rispetto all’anno scorso.
Nonostante il rallentamento, ci sono stati alcuni aspetti positivi. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 4,3% al 4,2%, e, sebbene ancora sopra i minimi del 3,4% dell’anno scorso, rimane ben al di sotto della media storica del 5,7%. Questo aumento della disoccupazione è dovuto principalmente all’ingresso di nuovi lavoratori nel mercato del lavoro, piuttosto che a un aumento significativo dei licenziamenti. Inoltre, il numero di posti di lavoro creati rimane in linea con la media pre-pandemia di circa 180.000 posti al mese, il che suggerisce che il mercato del lavoro si sta indebolendo, ma non è ancora in territorio recessivo.
A settembre, i mercati finanziari hanno adottato un atteggiamento più difensivo, spostando l’attenzione su settori come i beni di consumo essenziali e le utilities, mentre i rendimenti dei titoli di Stato sono scesi. Anche il prezzo del petrolio ha raggiunto nuovi minimi annuali, riflettendo i timori di un rallentamento della domanda globale, in particolare dalla Cina.
In generale, i mercati rimangono cauti, ma la Fed potrebbe migliorare il sentiment con tagli ai tassi e commenti di supporto.
Le indicazioni dell’analisi grafica
La chiusura settimanale del 6 settembre ha dato una brutta botta alle velleità dei rialzisti. La chiusura sotto il supporto in area 5.477,41, infatti, è un chiaro segnale ribassista che potrebbe spingere le quotazioni secondo lo scenario indicato in figura dalla linea continua. I rialzisti, invece, potrebbero riprendere il sopravvento nel caso di chiusure settimanali superiori a 5.712,24. In questo caso lo scenario più probabile potrebbe essere quello indicato in figura dalla linea tratteggiata.
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