A partire da ottobre 2022 il rialzo di queste azioni sembra non avere fine. Basti pensare che sul grafico di Credem sono state ben 36 le sedute consecutive con le medie incrociate al rialzo. Dopo una pausa di riflessione durate una seduta, il rialzo sembra essere nuovamente partito.
Il titolo Credem, insieme a Banco BPM è stato il migliore titolo bancario del 2022 e tra i 5 istituti bancari, tra i 15 quotati a Piazza Affari, che stanno chiudendo l’anno in territorio positivo.
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Il rialzo di queste azioni sembra non avere fine: le indicazioni dell’analisi grafica
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Il titolo Credem (MIL:CE) ha chiuso la seduta del 20 dicembre in rialzo dello 0,74% rispetto alla seduta precedente a quota 6,77 euro.
Dopo 36 sedute con le medie incrociate al rialzo e una pausa di una sola seduta, le quotazioni di Credem sono nuovamente ripartire al rialzo. Un rialzo supportato non solo dall’incrocio delle medie, ma anche dallo SwingTrading Indicator.
Primi segnali di debolezza si potrebbero intravedere nel caso di sedute con chiusura inferiore a 6,68 euro.
La valutazione del titolo
Per quel che riguarda la valutazione sulla base dei multipli di mercato la situazione è controversa. A seconda dell’indicatore utilizzato, infatti, il titolo può apparire leggermente sopravvalutato o sottovalutato. Poiché, quindi, non ci sono forti indicazioni si consiglia prudenza.
Ad esempio, il rapporto prezzo su utili e il Price to Book ratio esprimono sopravvalutazione. Viceversa, il rapporto prezzo su fatturato indicata una sottovalutazione del 5% circa rispetto alla media del settore di riferimento. Va notato, però, che quest’ultimo parametro vale 1,7, un valore che in assoluto è molto grande.
Per concludere, una parola sul rendimento del dividendo che è superiore al 4,5% ed è visto stabile nei prossimi anni. L’aspetto interessante, però, è legato al suo pay-out che al momento è pari al 27%. Ciò vuol dire che nel caso di diminuzione degli ultimi ci sono ampi margini per continuare ad assicurare lo stesso livello di dividendo.
Gli analisti hanno indicato, come riportato sulle riviste specializzate, un prezzo obiettivo medio che esprime una sottovalutazione dell’11%. Interessante è anche la dispersione tra le diverse indicazioni visto che è pari a circa il 7%.