Ottobre è un mese assolutamente da evitare per operazioni long durante il terzo anno del ciclo presidenziale americano in quanto la probabilità che il rendimento sia positivo è inferiore al 50%. In base agli studi delle serie storicìhe dal 1898 ad oggi, invece, il rialzo dei mercati potrebbe continuare anche ad ottobre. Infatti, questo mese ha una probabilità superiore al 60% di registrare un rendimento positivo.
Il rialzo dei mercati potrebbe continuare anche ad ottobre I livelli di breve termine
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Alla chiusura della seduta di contrattazione del giorno 27 settembre abbiamo letto i seguenti prezzi:
Dax Future
19.647
Eurostoxx Future
5.097
Ftse Mib Future
34.665
S&P500
5.738,17.
Questa settimana potrebbe essere di continuazione rialzista e fare da apripista a un’ulterore fase rialzista fino alla scadenza del nostro setup del 19 ottobre.
Il pattern settimanale atteso è il seguente:
debolezza/fase laterale fra lunedì e martedì per poi lasciare spazio a un rialzo fino alla seduta di contrattazione di venerdì.
I mercati emergenti offrono ancora opportunità? Ecco il parere di UBP
Nonostante l’attuale volatilità, i mercati emergenti (EM) presentano significative opportunità per gli investitori, specialmente nel settore obbligazionario. Fra i fattori favorevoli c’è il trend del nearshoring, che porta le economie più vicine a rilocalizzare le catene di approvvigionamento. Questo fenomeno stimola gli investimenti, le esportazioni e lo sviluppo delle infrastrutture, creando un ambiente propizio per il debito emergente. Un altro elemento cruciale è la diversificazione delle riserve valutarie da parte dei Paesi, che si allontanano dal dollaro e dall’euro in risposta a eventi geopolitici come la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Questa tendenza permette agli investitori di esplorare obbligazioni denominate in valute locali.
Inoltre, la sicurezza energetica è diventata una priorità globale, come dimostrato dal recente embargo dell’UE sulle forniture russe, evidenziando la necessità di diversificare ulteriormente le fonti di approvvigionamento. I mercati emergenti potrebbero trarre vantaggio da questo processo, aprendo strade per investimenti obbligazionari. Anche la transizione verso fonti di energia sostenibili crea opportunità per i Paesi emergenti, grandi fornitori di materie prime come rame e litio.
Riguardo alle prospettive per la fine del 2024, il contesto economico degli Stati Uniti influenzerà direttamente i mercati emergenti. Si delineano tre scenari: un rallentamento moderato dell’economia statunitense che favorirebbe i titoli emergenti, un possibile rallentamento più accentuato che potrebbe portare a rendimenti piatti e, infine, una ripresa dell’inflazione che beneficerebbe i mercati emergenti, ma potrebbe causare volatilità. Gli investitori devono considerare i rischi associati a queste dinamiche e mantenere una visione differenziata sui mercati emergenti e sulle economie di frontiera per non perdere opportunità.
Puntare sulle infrastutture? Ecco il parere di Nuveen
La Federal Reserve degli Stati Uniti ha deciso di allentare la propria politica monetaria, seguendo le aspettative di mercato. Questa misura iniziale, che include un taglio dei tassi di 50 punti base, anticipa ulteriori riduzioni previste per il 2024 e oltre, con proiezioni che indicano un abbassamento complessivo dei tassi di 150 punti base entro il 2026. Nonostante il calo delle aspettative di crescita per il PIL reale e un moderato aumento della disoccupazione, la FED non prevede una recessione imminente e si aspetta un ulteriore raffreddamento dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%. Tuttavia, tali riduzioni si accompagnano al rischio di un nuovo aumento dell’inflazione in un contesto di eventi economici imprevisti.
In questo scenario, gli investitori sono incoraggiati a coinvolgere i portafogli in modo più difensivo, mantenendo però esposizioni a asset di rischio selezionati. Dopo una fase di rimbalzo significativo dei mercati azionari dal 2022, l’attenzione si è spostata verso i settori più sensibili ai tassi di interesse, come le infrastrutture globali. Queste ultime sono ora preferite grazie a valutazioni attraenti e alla domanda persistente, che potrebbe attrarre ulteriori investimenti, soprattutto in un contesto di tassi in calo.
L’infrastruttura ha dimostrato una resilienza storica, con un rapporto di cattura del ribasso di mercato molto favorevole, suggerendo che possa offrire protezione in periodi di incertezze economiche. Le opportunità di investimento in questo settore sono sostenute da fattori strutturali come la crescente domanda energetica e le strategie di delocalizzazione delle multinazionali statunitensi.
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