Mancano 40 giorni alla fine dell’anno e a breve saremo tutti coinvolti, chi più chi meno, dal tipico mood delle festività natalizie. Quindi sarà un pullulare di corse ai regali, organizzare momenti di relax con parenti e amici o all’estero, concedersi qualche meritata spesa extra, etc. Per gli investitori, invece, il regalo più gradito è atteso sul dossier titoli. Al riguardo, il rally di Natale premierà chi ha investito i soldi in Borsa o in BTP e titoli di Stato a medio e lunga scadenza?
Ogni anno (solare e finanziario) non è mai uguale agli altri e ognuno presenta caratteristiche e peculiarità tutte proprie. Vediamo cosa potrebbero riservare i mercati nel futuro prossimo a venire.
Il 2023 di grazia per le principali Borse mondiali
Indice dei contenuti
Per chi è stato lungimirante e ha investito in Borsa nel passato relativamente recente, il bilancio potrebbe essere positivo già da tempo. Sulle pagine di ProiezionidiBorsa abbiamo più volte scritto che secondo le serie storiche il minimo dei mercati di un decennio si forma in genere nei primi due anni.
Per avere conferma sul decennio in corso dovremo attendere la fine del 2030. Tuttavia, ad oggi un minimo più basso di quello segnato a marzo 2020 non lo si è avuto. Restringendo l’analisi all’ultimo annetto circa, da ottobre 2022 il trend è saldamente ascendente.
Detta in termini di punti, il Ftse Mib è passato dal low di 20.191 dell’autunno scorso ai 29.498 punti in chiusura dell’ultima ottava. In termini di performance stiamo parlando di un +46,094%.
Ora, da qui a Natale sarà praticamente impossibile replicare simili rialzi. Potremo assistere a qualche altro punto percentuale di rialzo, perché no, ma per “i fuochi d’artificio” serve tempo. In Borsa s’investe con una vision di lungo termine e diversificando al massimo. La speculazione di breve è materia per esperti e professionisti dei mercati.
Il rally di Natale premierà chi ha investito i soldi in Borsa o in BTP e titoli di Stato a medio e lunga scadenza?
Che le Borse godano di ottima salute lo si evince indirettamente dalla politica dei rialzi dei tassi d’interesse. L’inflazione sale anche perché la domanda aggregata è forte, complice le massicce politiche fiscali espansive all’indomani dei mesi bui del Covid. Considerando poi che veniamo da un decennio di politiche monetarie ultra accomodanti allora viene da chiedersi: “e come faceva l’inflazione a non esplodere?”
Ciò ha costretto la BCE a mettere mano a una serie impressionante di rialzi dei tassi fino all’attuale 4,50%. È finita? Difficile dirlo. Di sicuro il grosso del lavoro è stato fatto, per cui il dilemma è ora un altro: quando inizieranno i tagli dei tassi? Dalla loro sforbiciata dipenderà molto dei movimenti dei corsi.
Detta in soldoni, comprare e mantenere BTP potrebbe essere una buona idea? I mercati in genere scontano i trend in anticipo, ma da qui a sperare in una repentina inversione di marcia della Banca Centrale ce ne vuole.
Tuttavia, da inizio ottobre i rendimenti sono crollati dai loro picchi di periodo, per la gioia di chi nel frattempo ha investito in certi bond sovrani.
Ora, cosa attendersi da qui a Natale? È probabile che tra alti e bassi perduri ancora l’attuale fase di recupero dei prezzi, anche perché veniamo da mesi e mesi di copiose vendite. Tuttavia, vietato illudersi nei rialzi stellari che anche le obbligazioni sanno regalare agli investitori lungimiranti. Ma per questi c’è tempo, quanto ancora non si sa. La carta jolly da giocare, allora, qual è? La pazienza, tanto per cambiare.