Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio dichiara che ancora non vede risvolti. «Nessun negoziato su nessun tavolo». Quindi potrebbe già trattarsi di un fallimento il tentativo fortemente voluto dall’Italia di proporre un programma di Pace in quattro tappe. Lo scorso mercoledì, lo stesso di Maio ha consegnato il plico al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
In cosa consiste
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Il documento comprende 4 tappe. Un cessate il fuoco, innanzitutto. E cioè un blocco degli attacchi da ambo le parti che non sia solo temporaneo né fittizio, ma reale e serio. Il secondo punto, secondo quanto apprendiamo da agenzie, riguarderebbe l’opportunità di una neutralità di Kiev. Tale neutralità però non dovrebbe essere di ostacolo all’ingresso dell’Ucraina nell’UE. Il terzo tassello riguarderebbe in particolare la Crimea e il Donbass. La proposta riguarderebbe una sorta di autonomia dei territori contesi sotto la sovranità di Kiev. E infine un accordo di Sicurezza e Pace che riguarda tutta l’Europa in modo da provare a ripristinare i rapporti con la Russia. Adesso il Piano Italiano per la Pace sarebbe nella considerazione di molti ma la Russia dichiara di non saperne nulla.
Il Piano italiano per la Pace è nelle mani dell’ONU, in cosa consiste e cosa pensa la Russia
Non sappiamo se dietro il «non so nulla» della Russia sia in realtà sottesa la conoscenza del Piano e magari la non condivisione dello stesso. Ad ogni modo vogliamo augurarci che si tratti di una dichiarazione vera e che realmente in quel del Cremlino ancora devono visionare il tutto. Intanto Di Maio non vede segni. «Nessun negoziato su nessun tavolo». A dire che se dal progetto italiano, condiviso nell’ambito dei Paesi del G7, non partono subito trattative serie vuol dire che rimane carta straccia.
E per la prima volta il capo del Dicastero Esteri non fa mistero della disastrosa situazione che riguarda tutta l’Europa. A partire dal blocco del grano che è un problema serio. Se tale impasse non si supera, Di Maio afferma «non ci troveremo davanti a una semplice crisi alimentare, ma a una guerra alimentare dagli effetti incalcolabili». Il tono e il lessico, ci pare trasmettere che non c’è molto tempo per continuare a tergiversare o, ancora peggio, consentire il persistere di tale situazione di forte instabilità internazionale.
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