L’Italia ci ha provato e il documento probabilmente è costato anche fatica e impegno. Non fosse altro per raccordare le voci, fare sintesi e mettere nero su bianco. In merito, al momento non c’è una comunicazione ufficiale da parte della Russia. Tuttavia su Telegram il Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza si fa sentire. Dmitry Medvedev arriva al nodo e dichiara che dalla lettura del documento si capisce che è stato redatto da politici e non da diplomatici. E probabilmente l’intuizione è vera. Ma potrebbe essere solo una libera considerazione. Il punto è che Medvedev avrebbe bocciato tutti i gradini indicati nel Piano che è stato anche inviato all’ONU.
Le falle
Indice dei contenuti
Il Piano di Pace pare pendere più per l’Ucraina piuttosto che essere un punto reale d’incontro tra i due contendenti. Cioè un patto in cui entrambi rinunciano a qualcosa in luogo di qualcos’altro. A monte c’è una prima falla. Ma l’Ucraina e la Russia vogliono realmente la Pace? sarebbero disposti, entrambi, a cessare le ostilità? Probabilmente a monte del tentativo manca la risposta a questi quesiti. Che presumibilmente è negativa. E qui la seconda crepa. Prima di redigere un Piano, forse bisognava portare ai lumi della ragione le parti. E farle ragionare, appunto, ciascuna per sua parte, sull’opportunità e l’interesse di tutti alla fine del conflitto. Mettendo sul piatto della bilancia tutti i danni economico-finanziari, sociali e geopolitici che stanno crescendo di giorno in giorno.
Dialoghi a metà
Probabilmente lo abbiamo fatto ma di più con Zelensky che, si badi bene, pure insiste su molte posizioni. A torto o ragione, non sta a noi deciderlo. Ovviamente è chiaro che come ha detto Matteo Renzi lunedì sera ospite di «Quarta Repubblica» su Rete4, «Putin è colpevole» della guerra. E ci voleva lui per parlare chiaro in luogo dell’abusatissima espressione «aggressore e aggredito» che utilizzano quanti, in Italia, proprio non riescono a nominare l’amico Putin. Da Salvini a Conte, passando per Di Maio per capirci. Intanto il Piano di Pace rimane una chimera. Un atto dovuto da parte dell’Italia che, al pari di altri Stati, ci ha provato.
Il Piano di Pace non piace a Mosca e i motivi sono condivisi su Telegram, ecco le falle del documento
Tornando alla Russia, il messaggio su Telegram non lascia spazio a dubbi. E l’agenzia Dire lo riprende alla perfezione. Per Medvedev non è praticabile la proposta di rendere l’area del Donbass autonoma sotto la giurisdizione dell’Ucraina. Questo perché «quelle Repubbliche hanno già preso decisioni sul proprio destino e tali scelte non saranno rovesciate». Sulla Crimea poi non ci sarebbero proprio sponde perché riaprire il capitolo significherebbe, per Medvedev, «innescare una guerra a tutti gli effetti». Perché per la Russia, quella in Ucraina, non sarebbe una guerra ma un «operazione militare speciale». Infine, ci pare vederlo mentre dice che per Kiev entrare nella NATO o nell’UE sarebbe troppo costoso. Ce lo immaginiamo con un atteggiamento di derisione.
Gli errori della comunicazione
Manca l’ufficialità dal Cremlino, ma stando al messaggio social, siamo ragionevolmente pessimisti. (Anche) l’Italia ha fatto la sua (fallimentare) proposta. E oltre i contenuti, il difetto che vediamo nel Piano è il mancato tentativo di provare almeno su qualche punto a provare a ragionare e porre le questioni tenendo conto di come ragionano i sovietici.
Lettura consigliata
Il Piano italiano per la Pace è nelle mani dell’ONU, in cosa consiste e cosa pensa la Russia