Era da inizio ottobre che le quotazioni del petrolio non guadagnavano più del 5% in una sola seduta. Un risultato di questo tipo, poi, lo aveva ottenuto solo 12 volte nel corso del 2022. Ben 7 volte, però, un rialzo così c’era stato nel corso del mese di marzo, subito dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.
Il petrolio riprende a volare, quindi quali sono state le cause scatenanti di questo forte rialzo?
Due sono i principali motivi e nascono uno negli USA e l’altro in Cina.
I prelievi dalla Strategic Petroleum Reserve (SPR) sono giunti al termine. Durante il periodo di erogazione della SPR, che da aprile a oggi ha rilasciato circa 180 milioni di barili, le scorte commerciali di greggio sono aumentate tra i 20 e i 30 milioni di barili. Con il termine dei prelievi dalla SPR, il mercato teme un calo sostanziale delle scorte di petrolio negli Stati Uniti. Conseguentemente la domanda di petrolio potrebbe salire con conseguente effetto sul prezzo.
Un’altra possibile causa di aumento dei prezzi potrebbe essere la decisione della Cina di allentare in prospettiva le restrizioni contro il Covid. Ovviamente una Cina senza più restrizioni determinerebbe automaticamente un aumento della domanda, con conseguente rialzo dei prezzi del petrolio.
Questo rialzo, però, era già scontato nei grafici. Nelle scorse settimane, infatti, abbiamo sempre parlato di un petrolio impostato al rialzo. Certo, una nuova fiammata dei prezzi delle materie prime potrebbe avere un impatto devastante sulla già difficile situazione delle bollette, per la quale il Governo sta cercando di trovare delle soluzioni che ne mitighino l’effetto.
Il petrolio riprende a volare. Ecco cosa lo ha scatenato: le indicazioni dell’analisi grafica
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Il petrolio ha chiuso la seduta del 4 novembre a quota 92,61 dollari, in rialzo del 5,04% rispetto alla seduta precedente. La settimana si è chiusa con un rialzo del 5,36% rispetto alla chiusura settimanale precedente.
La proiezione in corso è rialzista e punta al I obiettivo di prezzo in area 98,61 dollari (I obiettivo di prezzo). A seguire, poi, ci sarebbero gli altri obiettivi indicati in figura. L’unica fonte di incertezza arriva dalla resistenza in area 92 dollari, che nei mesi scorsi ha spesso frenato l’ascesa dei prezzi.
Nelle settimane precedenti avevamo scritto
I rialzisti potrebbero riprendere il controllo della tendenza nel caso di una chiusura settimanale superiore a 89,12 dollari. In questo caso diventerebbe molto probabile lo scenario indicato in figura dalla linea tratteggiata.
La rottura della resistenza indicata c’è stata e adesso le quotazioni potrebbero dirigersi rapidamente verso area 110 dollari. A seguire, poi, gli altri obiettivi indicati in figura.
Solo una chiusura settimanale inferiore a 80,61 dollari potrebbe favorire una ripresa del ribasso (linea continua).