Dopo l’annunciato rialzo delle scorse settimane, il petrolio fallisce l’attacco a quota 100 dollari creando le condizioni per un’accelerazione ribassista.
Ma perché il petrolio non conferma il rialzo scattato nelle settimane precedenti?
I timori di recessione globale e la debolezza della domanda di petrolio, soprattutto in Cina, hanno annullato l’effetto dei tagli alla produzione decisi dall’OPEC+. L’inflazione di base degli Stati Uniti ha registrato il più grande aumento annuale degli ultimi 40 anni, rafforzando l’opinione che i tassi di interesse rimarranno più alti a lungo con il rischio di una recessione globale. Ricordiamo che la prossima decisione sui tassi di interesse degli Stati Uniti è prevista per l’1-2 novembre.
In questo scenario l’indicatore legato alla fiducia dei consumatori continua a salire. Molti analisti, quindi, temono che per raffreddare questo entusiasmo e mettere un freno all’inflazione, verranno prese decisioni che spingeranno ancora di più verso una recessione globale.
Ecco, quindi, spiegato il calo delle quotazioni del petrolio.
Il petrolio non conferma il rialzo e secondo l’analisi grafica potrebbe accelerare al ribasso
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Il petrolio ha chiuso la seduta del 14 ottobre a quota 85,61 dollari, in ribasso del 3,93% rispetto alla seduta precedente. La settimana si è chiusa con un ribasso del 7,59% rispetto alla chiusura settimanale precedente.
Dopo due settimane al rialzo, quella appena conclusasi è iniziata male con un ribasso e ha visto 4 sedute su 5 in perdita. Non deve sorprendere, quindi, che la tendenza di breve abbia virato al ribasso e punti al I obiettivo di prezzo in area 80 dollari (I obiettivo di prezzo). Una conferma in tal senso potrebbe arrivare da una chiusura giornaliera inferiore a85,27 dollari. Sotto gli 80 dollari gli altri probabili obiettivi potrebbero andare a collocarsi nelle aree indicate nel grafico seguente. I rialzisti, invece, potrebbero riprendere il controllo della tendenza nel caso di chiusure giornaliere superiori a 88,47 dollari. In questo caso potrebbe essere molto probabile un ritorno in area 100 dollari.
Alla chiusura del 14 ottobre le quotazioni falliscono la conferma dell’inversione rialzista chiudendo sotto il supporto in area 89,17 dollari. Lo scenario indicato dalla linea tratteggiata, quindi, potrebbe essere per il momento accantonato.
Una conferma della chiusura settimanale inferiore a 86,20 dollari, invece, potrebbe aprire le porte alla proiezione ribassista indicata in figura dalla linea continua. In questo caso l’obiettivo più probabile potrebbe andare a collocarsi in area 71,55 dollari (II obiettivo di prezzo). La massima estensione ribassista, invece, in area 48 dollari.