Negli ultimi 4 mesi il petrolio ha raggiunto un equilibrio incredibile. Basti pensare che le quotazioni dell’oro nero si stanno muovendo all’interno dell’ampio trading range individuato dai livelli 70,80 $ – 83,44 $.
Cosa sta accadendo al prezzo del petrolio?
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Parlando dell’andamento del petrolio si ripetono spesso i seguenti argomenti. Il prezzo scende perché il ciclo economico sta rallentando e i tassi di interesse stanno accelerando al rialzo. Il prezzo sale perché la Cina è in ripresa.
Di fatto è solo un cercare di giustificare un fase di equilibrio raggiunta dopo la corsa al rialzo scattata all’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Dopo circa un anno, infatti, nonostante embarghi, sanzioni e quant’altro la crisi è stata riassorbita e gli operatori sono in attesa di nuovi spunti.
Gli operatori hanno trovato un equilibrio temporaneo, con i prezzi delimitati in alto dai timori di un rallentamento del ciclo economico e di un aumento dei tassi di interesse, e in basso dalle aspettative di una ripresa della Cina e dal basso livello delle scorte.
Il petrolio ha raggiunto un equilibrio incredibile: da che parte potrebbe rompersi scatenando un movimento direzionale?
Il petrolio ha chiuso la seduta del 10 marzo a quota 76,68 $, in rialzo del 1,27% rispetto alla seduta precedente. La settimana si è chiusa con un ribasso del 3,77% rispetto alla chiusura settimanale precedente.
Time frame giornaliero
Time frame settimanale
Discutere del futuro del prezzo del petrolio sarà esercizio difficile fino a quando le quotazioni, a livello settimanale, resteranno bloccate all’interno della barra del 5 dicembre. Come si vede dal grafico settimanale, infatti, sono 3 mesi ormai che le quotazioni si stanno muovendo all’interno dell’ampio trading range individuato dai livelli 70,80 $ – 83,44 $.
Solo la rottura di uno di questi due livelli potrebbe dare direzionalità alle quotazioni.
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