Nel corso dell’ultimo mese le azioni Pharmanutra sono state le peggiori del suo settore di riferimento, unico titolo con una perfomance negativa. Quali sono le prospettive per il peggiore titolo del settore farmaceutico dell’ultimo mese.
L’inizio del 2022 è stato per Pharmanutra il punto di arrivo di una lunga corsa iniziata nel 2017 e culminata con un rialzo di circa il 600%. Dal gennaio di quest’anno, però, è iniziato un lento movimento ribassista che, nonostante vari tentativi di ripresa, non accenna a fermarsi. La testimonianza di questa debolezza arriva dal fatto che Pharmanutra è il peggiore titolo del settore farmaceutico dell’ultimo mese. Unico titolo in territorio negativo in un settore che in ogni caso non ha brillato, facendo peggio del mercato azionario italiano.
Guardando al grafico qui di seguito si nota subito come le medie sul titolo siano incrociate al ribasso e al momento non si vedono segnali di inversione. Ecco, quindi, che il titolo potrebbe continuare la sua discesa almeno fino in area 55 euro. Questo livello rappresenta il minimo annuale.
Il titolo Pharmanutra (MIL:PHN) ha chiuso la seduta del 5 dicembre a quota 62,9 euro, in rialzo dell’1,45% rispetto alla seduta precedente.
La valutazione del peggiore titolo del settore farmaceutico dell’ultimo mese
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Dal punto di vista dell’analisi fondamentale il titolo Pharmanutra risulta essere fortemente sopravvalutato qualunque sia l’indicatore utilizzato. Ad esempio il rapporto tra prezzo e utili è pari a 38,6x, un livello enorme in assoluto e, comunque, molto superiore alla media del settore di riferimento che vale 31,6 volte gli utili.
Se poi guardiamo al rapporto tra prezzo e fatturato, la situazione è ancora peggiore. Questo parametro, infatti, per Pharmanutra vale circa 7,7, un livello elevato in assoluto e superiore all’1,3 medio del settore di riferimento.
Secondo quanto riportato sulle riviste specializzate, l’indice di liquidità è circa pari a 2,67 (se maggiore di 1 indica una buona situazione finanziaria) ed è accompagnato da un rapporto debito su capitale inferiore al 40%. Da questo punto di vista, quindi, non ci sono problemi.
Gli analisti che coprono il titolo hanno un prezzo obiettivo medio che esprime una sottovalutazione di circa il 30% e, cosa più importante, la dispersione tra le diverse stime è molto piccola essendo inferiore al 4%.