Ci eravamo lasciati con un balzo in avanti come non se ne vedevano da oltre 2 anni, ci ritroviamo con NEXI come peggiore titolo della settimana sul Ftse Mib tra quelli con capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro. La società leader nel settore dei pagamenti digitali ha perso oltre il 13% risultando essere il peggior titolo settimana sul Ftse Mib.
Questo ribasso è giunto come un fulmine a ciel sereno visto che la settimana precedente aveva visto in rialzo superiore al 16% come non si erano mai visti nella storia del titolo.
Da notare che il secondo peggiore titolo è stato Telecom Italia, che ha perso poco più del 5%.
Come si spiega questo tracollo?
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A causare il crollo delle azioni NEXI è stata Intesa Sanpaolo. La principale banca italiana, infatti, ha venduto, cogliendo di sorpresa gli investitori, il 5,1% del capitale della società leader nel settore dei pagamenti digitali.
La mossa è ancora più sorprendente se si pensa che NEXI aveva appena presentato un piano industriale all’insegna della crescita. La stima del piano industriale, infatti, era che i ricavi salissero per arrivare al 2024 a 4,2 miliardi di euro (+9% all’anno rispetto i 2,9 miliardi di euro del 2021), e il mol lievitasse a 2,3 miliardi di euro (+14% all’anno dagli 1,4 miliardi di euro del 2021).
Un altro aspetto negativo è che dopo anni il titolo NEXI era riuscito a riportarsi sopra il prezzo dell’IPO a 9 euro, con questo ribasso, però, tutti gli sforzi sono stati vanificati.
Il peggior titolo della settimana sul Ftse Mib: dove si fermerà il ribasso secondo l’analisi grafica?
Le azioni NEXI (MIL:NEX) hanno chiuso la seduta del 18 novembre a quota 8,636 euro, in rialzo dello 0,35% rispetto alla chiusura della seduta precedente.
Come è normale attendersi, la proiezione in corso di breve termine è ribassista e punta al II obiettivo di prezzo in area 7,985 euro. Questo potrebbe essere un buon punto di approdo per il ribasso. Area 7,985 euro, infatti, in passato ha frenato la discesa delle quotazioni nei precedenti ribassi.
Un probabile segnale di inversione potrebbe arrivare da una chiusura giornaliera superiore a 9,015 euro.