Al termine della seduta del 2 dicembre il titolo Saras si è ritrovato a vestire un doppio ruolo. Da una parte come peggior titolo della settimana, dall’altra come migliore del 2022 tra quelli con capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro. Cosa fare adesso con le azioni della società guidata dalla famiglia Moratti?
Da inizio 2022, grazie alla crescita del prezzo del petrolio le azioni Saras hanno guadagnato oltre il 100%. Va osservato, però, che questa eccellente performance è stata realizzata sostanzialmente nel corso dei primi sei mesi dell’anno. In questo periodo, infatti, il rialzo, rispetto alla chiusura del 31 dicembre, era stato del 180% circa. Dal massimo annuale, quindi, nei successivi cinque mesi ha perso poco più del 25%.
Per completezza ricordiamo che dopo Saras i migliori titoli da inizio anno sono Atlantia (oggetto di un’OPA) e Leonardo.
Il peggior titolo della settimana: le indicazioni dell’analisi grafica
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Le azioni Saras (MIL:SRS) hanno chiuso la seduta del 2 dicembre in rialzo dello 0,70% rispetto alla seduta precedente, a quota 1,155 euro.
Nonostante il ribasso, la tendenza di medio/lungo periodo, si veda il grafico riportato qui di seguito, è ancora rialzista. Il crollo di oltre l’11% in una settimana, però, ha dato una brutta scossa alle quotazioni che adesso sono chiamate a una pronta reazione.
Una chiusura settimanale inferiore a 1,10 euro (linea rossa), infatti, potrebbe fare invertire nuovamente al ribasso la tendenza in corso. Qualora, invece, si dovesse continuare al rialzo l’obiettivo più probabile potrebbe essere il massimo annuale in area 1,5 euro. l peggior titolo della settimana, quindi, potrebbe avere ancora buone probabilità di ripartire al rialzo.
Perché le azioni Saras sono state le peggiori della settimana?
Secondo il parere degli analisti riportato sulle riviste specializzate, sarebbe stata la tassa sugli extra profitti a provocare questo tracollo di Saras. Dai primi calcoli, infatti, sembrerebbe che la società dovrà pagare circa 300 milioni tra il contributo del 2022 e del 2023.
A seguito di questi calcoli alcune case di affari hanno ridotto il giudizio su Saras. Il price cap approvato dall’UE, infatti, potrebbe avere implicazioni sfavorevoli ai margini di raffinazione. Inoltre, le prospettive economiche sul 2023 sono peggiorate e rendono meno probabile il mantenimento dei livelli eccezionali dei margini di raffinazione che si sono verificati fino a oggi.