Proprio ieri i mercati azionari internazionali, in preda al panico e ai postumi del fallimento della Silicon Valley Bank hanno toccato il 38,2/50% dai minimi del mese di dicembre. Questo poteva essere un buon punto di ripartenza al rialzo, e per archiviare il recente ribasso. Il peggio per i mercati potrebbe essere già alle spalle, ma andiamo a valutare lo stato dei luoghi, e i possibili nuovi pericoli.
Lo spauracchio della Lehman Brothers
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Quando accade qualcosa, la mente di ognuno di noi torna alle esperienze già vissute. Il fallimento della banca dei giorni scorsi, ha destabilizzato la mente di molti, piuttosto che l’economia mondiale. Infatti da ogni dove hanno paragonato l’evento a quello che accadde alla maggiore banca americana nel 2008. Nulla di più sbagliato, sia per le proporzioni, che per il contesto economico in cui viviamo attualmente. A volte non si sa se sorridere o meno, oppure prendere per serie delle considerazioni che si leggono in giro. Qualcuno ha ritenuto che questa situazione potesse far intervenire la FED e la BCE per un taglio dei tassi. Non capiamo il motivo, proprio perchè come abbiamo spiegato, la banca non ha proporzioni “ampie”, e nemmeno è radicata in tutto il tessuto sociale ed economico americano tanto da condizionarne le sorti. Guai invece se la FED tagliasse i tassi, perchè farebbe capire a chiare note, che non è solo la Silicon Valley il problema, ma quella sarebbe la punta dell’iceberg, e ci sarebbe un effetto domino alle porte!
Perchè le Banche centrali dovrebbero tagliare i tassi? Perchè una banca minore è fallita? Riprendiamo, come facciamo spesso, a prestito una frase famosa di Totò:”ma ci faccia il piacere”!
La FED in questo momento è attenta a monitorare il “rientro dell’inflazione”, e questo compito lo sta svolgendo egregiamente, basta guardare ai dati economici, sia contingenti che predittivi. Per alcuni invece, la catastrofe è vicina, perchè i tassi alti portano “direttamente” alla recessione (come più volte scritto su queste pagine, questa affermazione è negata dalla storia!). E confermano queste previsioni guardando alla curva dei rendimenti, a parer nostro, un altro spauracchio per chi continua a guardare il bicchiere mezzo vuoto.
Procediamo per gradi e torniamo al breve termine.
Alle ore 17:00 della giornata di contrattazione del giorno 14 marzo abbiamo letto i seguenti prezzi:
Dax Future
15.245
Eurostoxx Future
4.183
Ftse Mib Future
26.835
S&P500
3.928,80.
Il peggio per i mercati potrebbe essere già alle spalle! Ecco invece i nuovi pericoli
Come abbiamo scritto ieri: “sono stati toccati supporti importanti, dai quali i prezzi potrebbero ripartire al rialzo”.
Oggi non possiamo che continuare a confermare, e i mercati con un rialzo oltre 1% sembrano avvalorare la nostra tesi. C’è però da dire che ancora non si è formato un pattern di inversione duratura al rialzo, e quindi ogni ipotesi dal punto di vista grafico è ancora in gioco.
Pericoli solo in caso di ulteriori discese sotto i seguenti livelli di supporto:
Dax Future
14.890
Eurostoxx Future
4.071
Ftse Mib Future
26.005
S&P500
3.808.
Vedremo cosa accadrà ancora fra oggi e domani.
Frattanto riproponiamo la nostra previsione per l’anno in corso: minimo a gennaio (il minimo di questi giorni per le Borse mondiali viene considerato un doppio minimo di ripartenza), massimo fra novembre e dicembre. Ogni ritracciamento lascerà probabilmente spazio a nuovi rialzi. Il minimo decennale probabilmente è stato segnato fra ottobre e dicembre dello scorso anno.
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