Il Partito Democratico appare, in questa fase, fuori dagli inciuci tra partiti o all’interno degli stessi. Preme e spinge per dare seguito concreto al discorso del Capo dello Stato Sergio Mattarella durante il suo insediamento.
La lettera
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Enrico Letta incita tutti a concentrarsi sui fatti. Nella giornata di ieri le capogruppo del PD alla Camera e al Senato Debora Serrachiani e Simona Malpezzi, hanno inviato una missiva ai Presidenti delle Camere. Sul banco, la richiesta di una sessione specifica per discutere sul da farsi per mettere a segno il discorso presidenziale. Ovviamente l’iniziativa dovrà essere accolta da tutte le forze in campo. La Lega sembrerebbe aver già dato l’ok come pure Fratelli d’Italia che si è detta aperta al confronto. Intanto il partito della Meloni, ormai solo, sta crescendo in popolarità nei sondaggi lasciando dietro di sé la Lega e ancora più giù Forza Italia. La novella infatti è delle ultime ore, a conferma dei dati che già sono stati diffusi nei giorni scorsi.
Il PD fa un passo avanti verso la concretezza e invita il Parlamento ad accelerare sulle riforme
Enrico Letta ha colto bene il senso delle parole del numero uno del Quirinale e ha parlato infatti di «sollecitazioni» espresse in quello «straordinario discorso» che non deve rimanere «lettera morta». Perché se così fosse, la politica «tutta perderebbe forza». Un appello, dunque, quello del Segretario del Partito Democratico rivolto a tutte le rappresentanze presenti in Parlamento. Un invito a concentrarsi sul da farsi superando i pregiudizi e le prese di posizione a volte insulse. Anche perché, dai toni utilizzati dal grande Capo, la pazienza di sentire e assistere allo stagno dovuto alle beghe interne e fra gruppi, non c’è più. Non possiamo permettercelo perché le incombenze ci sono. Il Paese attende risposte e le urgenze sono tante. Tra le altre, la riforma della giustizia.
Infatti, a stretto giro dovrebbe giungere in Consiglio dei Ministri la riforma del CSM (Consiglio superiore della magistratura) e della legge sull’ordinamento giudiziario. Tra le altre priorità c’è il PNRR. Bisogna infatti rispettare una precisa calendarizzazione degli interventi per non perdere la ghiotta opportunità.
Italia Domani
Il piano, comprende complessivamente 191 miliardi e si articola in 6 Missioni, cioè in aree tematiche precise, in linea con il Next Generation EU (si tratta in sordoni di un Fondo per la ripresa). E i settori da stimolare che hanno subito un ulteriore crisi con la pandemia sono la digitalizzazione e l’innovazione; la rivoluzione verde e la transizione ecologica; le infrastrutture. Ancora l’istruzione e la ricerca, l’inclusione e la salute. Draghi lo ha capito bene e da subito. Difatti già la mattina successiva l’insediamento del Presidente della Repubblica, ha ricordato lo scadenziario da rispettare per attuare il PNRR consapevole che ogni possibile falla comporta la perdita dei fondi. Ecco perché anche il PD fa un passo avanti verso la concretezza invitando il Parlamento ad accelerare sulle riforme.