Il patrimonio immateriale UNESCO dell’Italia

arte del pizzaiuolo

Oggi ProiezionidiBorsa propone un approfondimento relativo al patrimonio culturale detenuto dal nostro Paese. Ma oggi non vogliamo parlare del patrimonio “fisico”, ossia dei siti architettonici o paesaggistici presenti nel Belpaese. Vogliamo mettere sotto la lente di ingrandimento il patrimonio immateriale UNESCO dell’Italia.

Cosa fa l’UNESCO

L’UNESCO è l’Organizzazione Internazionale delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Essa aggiorna periodicamente la lista dei siti del patrimonio mondiale sparsi in tutto il mondo.

Come è noto, l’Italia vanta un primato universale a questo riguardo. Con 55 siti è il primo Paese al mondo per bellezze storiche, artistiche e culturali. Questi rappresentano il 5% di tutti i tesori sulla terra censiti e tutelati dall’UNESCO.

Non solo palazzi, musei, monumenti e giardini. Accanto al tradizionale patrimonio materiale, è molto vasto anche il patrimonio immateriale UNESCO dell’Italia. Ma che cos’è il patrimonio immateriale? Come si evince dalla Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, esso è quel portato di tradizioni e costumi tramandati di generazione in generazione.

Ad oggi, il totale mondiale degli elementi classificati dall’UNESCO come patrimonio immateriale ammonta a 549 in 127 Paesi. In Italia ne abbiamo dodici. Vediamo quali sono.

Elementi del patrimonio immateriale

Alcuni di questi hanno carattere transnazionale. Ad esempio, la transumanza è condivisa dall’Italia con l’Austria e la Grecia. Lo stesso vale per l’alpinismo (riconosciuto anche alla Svizzera e alla Francia). Condividiamo l’arte dei muretti a secco con Croazia, Francia, Slovenia, Cipro, Svizzera e Spagna. Vi è poi la dieta mediterranea che interessa i Paesi del Sud Europa e del Nord Africa. Infine la falconeria è un altro elemento del patrimonio immateriale condiviso con molti altri Paesi europei, arabi e asiatici.

Veniamo alle tipicità esclusivamente italiane. Tra queste annoveriamo in ordine cronologico: l’opera dei pupi siciliani, il canto a tenore sardo e il saper fare liutario di Cremona. Cremona, tra l’altro, ricordiamo essere la città di Antonio Stradivari, inventore di numerosi strumenti a corda. Nella lista UNESCO, poi, abbiamo le feste delle grandi macchine a spalla (ad esempio Santa Rosa a Viterbo) e la coltivazione della vite ad Alberello di Pantelleria. Completano la lista l’arte del “pizzaiuolo” napoletano e la perdonanza celestiniana.

Approfondimento

Al seguente link, possiamo trovare un’altra curiosità interessante sulla Penisola: ecco perché solo in Italia o quasi abbiamo il bidet.

Consigliati per te