Il pasticcio su determinati buoni fruttiferi postali potrebbe far scatenare un putiferio giudiziario

poste italiane

Gli italiani hanno sempre avuto, soprattutto in passato, la propensione all’acquisto di buoni fruttiferi postali. Questo strumento finanziario decenni fa consentiva veramente guadagni sostanziosi. Ora la musica è cambiata totalmente ma il pasticcio su determinati buoni fruttiferi postali potrebbe far scatenare un putiferio giudiziario.

Aprire il cassetto per vedere la scadenza dei buoni fruttiferi postali

Perciò chi ha nel cassetto buoni fruttiferi postali della serie Q/P emessi nel periodo da luglio 1986 fino al luglio 1995 deve leggere necessariamente l’articolo fino in fondo. Infatti solo così capirà perfettamente cosa potrebbe succedere. E’ vero che in tanti altri articoli abbiamo già parlato della questione ma ora l’argomento si presenta ancora più interessante.

La richiesta di Confconsumatori

Confconsumatori ha lanciato un allarme a seguito proprio dei continui contenziosi. In prima istanza l’Arbitro Bancario Finanziario dava quasi sempre ragione al possessore del buono fruttifero postale ma Poste non si è arresa e ha deciso di non dare seguito alla pronuncia. Quindi niente soldi ai risparmiatori. Perciò questi,  di conseguenza, si sono rivolti ai vari tribunali per far valere le proprie ragione. Alla luce di ciò Confconsumatori ha chiesto un tavolo conciliativo tra Poste Italiane e le associazioni di consumatori.

La vicenda

I risparmiatori in possesso di questi buoni fruttiferi hanno ottenuto meno denaro rispetto a quando indicato. Purtroppo un Decreto datato 1986 ha rivisto i rendimenti dei buoni fruttiferi postali. A quel tempo Poste Italiane, invece di stampare dei nuovi buoni, ha apposto un timbro aggiornato su vecchi titoli. Ora al momento dell’incasso i conti non tornano e perciò i risparmiatori si rivolgono agli avvocati. Quest’ultimi, carta alla mano, contestano a Poste Italiane di aver commesso varie errori: da nessun timbro sui vecchi buoni fino alla modifica della sola rendita dei primi venti anni.

Il primo ricorso

L’Arbitro Bancario Finanziario ha gli scaffali pieni di ricorsi di questo genere e, come detto precedentemente, dà sempre ragione al risparmiatore. Purtroppo il pronunciamento non è vincolante e di conseguenza Poste Italiane non ha nessun obbligo.

Il pasticcio su determinati buoni fruttiferi postali potrebbe far scatenare un putiferio giudiziario

Alla fine si finisce nelle aule dei tribunali e da quanto avvenuto fino ad oggi i giudici emettono sentenze esattamente come quelle dei colleghi dell’Arbitro Bancario Finanziario.

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