Il panorama interno statunitense rischia di diventare incandescente

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Momento di forti tensioni interne quello che si sta vivendo in questi giorni negli Stati Uniti. A dividere l’opinione pubblica è ancora l’ex presidente Donald Trump. O per meglio dire, la perquisizione effettuata da diversi agenti dell’FBI nella sua tenuta in Florida. Perquisizione che ha portato al sequestro di diversi documenti.

Il panorama interno statunitense rischia di diventare incandescente

Non più tardi di 48 ore dopo, inoltre, Trump ha dovuto affrontare un interrogatorio riguardante un’indagine circa alcuni sospetti di reati finanziari. Ma il tycoon, in questo caso, appellandosi al quinto emendamento, ha deciso di non rispondere alle domande degli inquirenti. Di fatto si è trattato di due episodi non interconnessi tra loro, almeno allo stato attuale di quanto è possibile conoscere. Ma è indubbio che l’atmosfera sia diventata difficile da reggere anche a livello interno. Prima di tutto considerando che a novembre ci saranno le elezioni di medio termine. E, soprattutto, poi, ricordando che Donald Trump, ex presidente, potrebbe ricandidarsi per le presidenziali del 2024.

Il panorama interno statunitense rischia di esplodere? Per il momento si è ben lontani, ma una cosa è certa: allo stato attuale delle cose gli elettori sono all’interno di un quadro molto delicato. Infatti l’evoluzione di una situazione potenzialmente esplosiva, almeno in termini di stabilità sociale, è stata anche peggiore. Sia il giudice che ha autorizzato le perquisizioni, sia gli agenti che le hanno effettuate, sono stati oggetto di minacce, giudicate, dal capo dell’FBI, preoccupanti.

Novità anche sul fronte estero

Non è un mistero che Donald Trump stia preparando una sua possibile candidatura per le prossime elezioni, e dopo quanto visto, l’opinione pubblica si è ulteriormente divisa. Un elemento, quello della stabilità sociale, che non dev’essere sottovalutato visto il pericoloso precedente dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.

Altro fronte di tensione che si apre per gli Stati Uniti è quello estero. Non più solo Ucraina e Cina ma anche Iran. Ieri il dipartimento di Giustizia USA ha accusato un esponente delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Shahram Poursafi, di aver tentato di uccidere John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale tra il 2018 e il 2019. Di oggi, invece, la notizia secondo la quale gli iraniani starebbero addestrando militari russi all’uso di quei droni che Teheran starebbe fornendo a Mosca.

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