Acquistare la casa dei sogni, dove trasferirsi a vivere con la propria famiglia è il desiderio di molti. Non è raro però che anche quando il sogno è divenuto realtà, qualcosa vada storto. Per esempio, scoprire che la casa acquistata ha delle problematiche relative a casi di abuso edilizio. In quel caso si dovrebbe provvedere a sanare l’abuso. O in alternativa a demolizione di ciò che le normative edilizie di un Piano Regolatore Comunale non consentivano di fare.
Per esempio una tettoia piuttosto che una copertura fissa di un terrazzo. O ancora una nuova apertura di una porta piuttosto che l’innalzamento dell’immobile con un altro piano, o la creazione di una cantina sottoposta. Una recente sentenza del TAR del Lazio, da manforte ai nuovi proprietari che si trovano davanti a situazioni di questo genere. Ed è una sentenza che crea i giusti precedenti. Questo anche se fa riferimento ad un caso di decadenza del diritto abitativo per mancanza di un nominato direttore dei lavori.
Il nuovo proprietario di casa può avviare una sanatoria senza che il Comune possa impedirlo
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Il caso specifico riguarda una abitazione passata di proprietà su cui però pendeva la decadenza del diritto abitativo. Durante le fasi di costruzione, le dimissioni di un direttore dei lavori non avevano impedito, erroneamente, la continuazione delle operazioni. In pratica il proprietario, incurante della presenza o meno del direttore dei lavori (la Legge dice che è obbligatorio averne uno nominato), aveva continuato con la costruzione. A tal punto che il Comune dove era sito l’immobile ne aveva ordinato l’abbattimento. Un ordine che era piombato come un fulmine a ciel sereno sul nuovo proprietario di quella casa, dal momento che il precedente aveva provveduto a vendere. Torna di attualità quindi l’argomento delle sanatorie edilizie, in un momento storico che, quando si parla di sanatorie, fa riferimento esclusivamente a quelle delle cartelle esattoriali.
Cosa hanno stabilito i Giudici
La sentenza degli ermellini amministrativi laziali è la n° 12768 del 2022 che stabilisce nero su bianco che il nuovo proprietario non centrando nulla con ciò che ha fatto il precedente, può sanare la situazione. Il nuovo proprietario di casa può avviare una sanatoria contro un abuso edilizio e il Comune interessato territorialmente dalla presenza di quell’immobile, non può opporsi.
A tal punto che i Giudici hanno ordinato al Comune non solo di dare il via libera al nuovo proprietario, ma addirittura a provvedere a mettere a punto la macchina operativa utile proprio al proprietario per la sanatoria. Una sentenza che apre le porte a ricorsi simili, con i Comuni che prima di passare all’ordine di demolizione devono verificare le alternative possibili. A partire dallo stabilire con certezza assoluta quali sono le parti di un immobile che sono oggetto dell’abuso e quali soluzioni anti demolizione esistono.