L’Alzheimer è una delle patologie degenerative più diffuse di quest’epoca. Un morbo terribile che va a colpire la memoria e le capacità intellettive e che rende la vita quotidiana estremamente complicata. E questo sia per chi ne soffre sia per chi deve occuparsi di un malato. Per questi motivi la scienza lavora quotidianamente per trovare una cura e per migliorare gli strumenti di prevenzione. Se sul primo versante ci sono molte difficoltà, sul secondo i passi avanti recenti sono notevoli. E oggi scopriremo il nuovo esame del sangue che potrebbe riuscire a prevenire con largo anticipo l’arrivo della malattia. Il merito della scoperta è di un gruppo di studiosi australiani.
Come potremmo capire se siamo a rischio Alzheimer
Indice dei contenuti
Negli ultimi anni gli studi sull’Alzheimer hanno registrato notevoli risultati. La scienza ha fatto luce su alcune diffuse abitudini che potrebbero favorire l’arrivo della malattia. Oppure su alcuni cibi che sembrerebbero avere effetti protettivi sulle cellule cerebrali.
In questo filone legato alla prevenzione si inserisce il recente studio dell’Università Macquarie di Sidney. I ricercatori hanno infatti scoperto un bio-marcatore nel sangue il cui eccesso potrebbe portare a un rischio 35 volte superiore di contrarre l’Alzheimer. Un marcatore individuabile proprio tramite le analisi del sangue.
Una scoperta importantissima per aprire a un futuro di analisi sistematiche e preventive. Ma soprattutto un mezzo fondamentale per gestire in anticipo la malattia e assicurare ai malati una vita quotidiana decisamente più dignitosa.
Il rapporto tra Alzheimer e alimentazione
Abbiamo visto in precedenza che al momento non esistono cure risolutive per questa malattia terribile. Pur tuttavia non mancano conferme degli effetti positivi che una buona alimentazione quotidiana potrebbe avere sul cervello. Un esempio in tal senso è la celebre dieta MIND.
Un regime alimentare che stabilisce addirittura 10 tipologie di alimenti utili alle cellule cerebrali e altri 5 da trattare con attenzione. Tra i primi rientrano alcuni vegetali con foglia verde, mirtilli, alcune tipologie di pesce e di cereali integrali e le noci. Tra i secondi ci sono fritture e affini, le carni rosse, determinate varietà di formaggio, il burro e i dolci.
Il nuovo esame del sangue che potrebbe prevedere l’arrivo dell’Alzheimer
Il secondo aspetto su cui intervenire in prima persona è quello dello stile di vita. Non mancano anche in questo campo ricerche che sottolineano come alcune buone abitudini potrebbero mantenere la mente attiva e rallentare il declino cerebrale.
Mantenersi in forma fisica e mentale, magari tramite studi e letture. Cercare di tenersi lontani da patologie legate al peso come diabete e ipertensione. Evitare il fumo. Imparare a gestire ansia e stress.
Buone abitudini che, insieme ai nuovi strumenti di prevenzione e analisi, potrebbero rivelarsi estremamente importanti per anticipare la malattia o per gestirla in maniera adeguata.
Lettura consigliata