Per molti è la «Greta Thunberg dell’Africa» per via della causa comune per cui si trova a lottare. Vanessa Nakate, 25 anni è la nuova paladina della «giustizia climatica». Nativa di Kampala in Uganda, la giovanissima sta girando il Mondo con il suo messaggio (che è anche un libro) «Aprite gli occhi».
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Nelle ultime ore in Italia, ospite di «Piazza Pulita» in onda ieri sera su La7, recepiamo chiaro e tondo il messaggio politico di Vanessa Nakate all’Europa. In un’intervista dove, per buona parte (come si conviene) è lei in qualche modo a dettare le regole, parla ai leader occidentali. All’Unione Europea, ai leader di Governo soprattutto a quanti sono a secco di petrolio.
Non lo dice apertamente ma in filigrana cogliamo tutto. «Non ci chiedete petrolio perché le estrazioni inquinano e così non riusciamo a coltivare perché i prodotti risultano contaminati, le poche fonti d’acqua pure». Quando ci sono, ovviamente, perché la siccità è uno dei grandi problemi che sta torturando l’Africa.
Chiarisce anche che «senza importazioni di grano, gli abitanti del continente non vendono più ciò che producono ma lo utilizzano per vivere». O sopravvivere. Quindi a dire che se quel poco che hanno viene contaminato, non si coltiva più. «E aumenta l’emigrazione». La giovane Vanessa dice ai leader europei in sostanza che se andiamo nel continente africano per estrarre, i flussi migratori saranno senza precedenti. È un chiaro messaggio politico. Sicuramente animato da tanto di attenzione e sensibilità per l’ambiente.
Il messaggio politico di Vanessa Nakate all’Europa «non chiedeteci petrolio perché rovinate le nostre colture» e per fame emigreremo
L’Africa d’improvviso diventa centrale con il conflitto in Ucraina per una miriade di motivi. Dalla crisi alimentare, alle materie prime di cui dispone passando per l’emergenza climatica. La molla che fa scattare Vanessa Nakate riguarda il dato che il suo Continente pur contando un esiguo 12% di emissioni, subisce le conseguenze del surriscaldamento globale. Da qui pare inizi il suo viaggio tra le istituzioni che contano.
E gli esordi sono paragonabili a quelli di Greta Thunberg. Vanessa, infatti, inizia a manifestare sotto casa con un timido cartellone e poi l’ascesa tramite la partecipazione a Davos nel 2020 al World Economic Forum. Qui un aneddoto poco piacevole contribuisce a far parlare di lei. Si fa fotografare con Greta e altre attiviste ma l’Agenzia fotografica internazionale «taglia» Vanessa. Da qui l’accusa di essere vittima di razzismo. E il tutto contribuisce alla sua notorietà.
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