Moncler e Vans erano marchi forti negli anni 80 insieme ad Americanino, Uniform e Think Pink. Alcuni non hanno superato la prova del tempo e della globalizzazione, altri si sono quotati in Borsa e sono stati rilanciati. Ecco cosa è successo.
Inizialmente la Moncler produceva sacchi a pelo e tende da campeggio poi arrivarono i piumini che erano i preferiti dai ragazzi paninari degli anni 80. Il marchio creato da René Ramillon nel 1952 divenne un vero e proprio punto di riferimento prima di passare la proprietà agli italiani.
Dopo, l’esperienza con Fin.part guidato da Gianluigi Faccini e che possedeva anche altri marchi come Cerruti, Marina Yachting. Henry Cotton’s. Nel 2003 venne ceduto al gruppo Ruffini. Remo Ruffini è Presidente e Amministratore Delegato. Insieme all’entrata in scena del brand padovano Coast Weber & Ahaus questo evento ha segnato l’inizio di un nuovo periodo d’oro di Moncler che divenne marchio di lusso aumentando da subito i ricavi che passarono da 192 milioni a 290 milioni di euro.
Quotazione di Borsa
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Il marchio Moncler che spopolava negli anni 80 ha usufruito anche dell’ingresso nell’azionariato di Carlyle Group nel 2008. La florida situazione finanziaria ha portato all’idea di una quotazione in Borsa che ha trovato conferme con i fatturati del 2009 aumentati del 23% e attestatisi a 372 milioni di euro. Sono stati numerosi i negozi aperti in giro per il Mondo da New York a Parigi e Londra.
La quotazione è avvenuta solo nel 2013, titolo Moncler MONC. Mi, dal 2014 il titolo è entrato a far parte dei 40 a maggiore capitalizzazione della Borsa di Milano. Anche gli anni recenti però sono stati di cambiamento e di evoluzione del marchio. L’ascesa di Moncler non è ancora terminata.
Il marchio Moncler che spopolava negli anni 80 di nuovo al centro dell’attenzione
Nel 2022 i negozi monomarca Moncler sono diventati 251 con 14 unità in più rispetto al 2021. I punti vendita si trovano in ben 75 Paesi. La nuova strategia della Moncler Group allarga il raggio d’azione e riguarda anche il marchio Stone Island che è entrato a far parte della famiglia. Le preoccupazioni che arrivano dal mercato cinese non hanno impattato sui conti degli ultimi trimestri e questo ha dato coraggio al gruppo dirigenziale. La strategia prevede un incremento di produttività della collezione Genius che è considerata il fiore all’occhiello del gruppo Moncler. Ma anche il rilancio di Grenoble (abbigliamento e accessori da sci uomo, donna e bambini).
L’obiettivo è quello di mettere insieme generazione X e Z collegando Moncler Collection ad arte, entertainment e sport e questo è ciò che è avvenuto durante la Fashion Week milanese. La novità più grande sarà data dall’investimento sulle calzature che dovrà diventare un settore trainante. Sembrano lontanissimi gli anni 80 ma la Moncler sta continuando a dettare legge nel campo della moda giovanile e non solo. La Moncler rappresenta un esempio di come l’imprenditoria italiana sia in grado con le idee di andare oltre le crisi economiche mondiali portando il Made in Italy a livelli di eccellenza.