Il malato oncologico ha diritto ad andare in pensione subito?

INPS

Il sistema previdenziale italiano si presenta particolarmente articolato.

Anche per gli esperti in materia non è sempre semplice comprenderne gli interventi legislativi e le riforme che si sono susseguite negli anni.

Con l’ultima riforma, quella Fornero, sono stati inaspriti i requisiti richiesti dalla legge per accedere alla pensione.

Sono stati introdotti nuovi requisiti anagrafici e contributivi nonché nuovi criteri per calcolarne gli importi.

Rispetto al passato, i lavoratori che hanno diritto al trattamento di quiescenza sono sempre più anziani.

Per la pensione di vecchiaia, l’età pensionabile si è alzata ed è stata fissata in 67 anni mentre sotto l’aspetto contributivo sono necessari almeno 20 anni di contributi.

Esistono, tuttavia, delle soluzioni pensionistiche che consentono al lavoratore di uscire prima dal mondo del lavoro.

Il Team di ProiezionidiBorsa quest’oggi, cercherà di illustrare ai lettori i casi in cui il malato oncologico ha diritto ad andare in pensione subito.

Quando, dunque, il malato oncologico ha diritto alla pensione anticipata?

Il malato oncologico ha diritto ad andare in pensione subito?

Iniziamo col dire che nel nostro sistema pensionistico, per il momento, non esiste un vero e proprio sistema di prepensionamento.

Né esiste alcuna norma che consenta al malato oncologico di accedere ad un trattamento pensionistico anticipatamente.

I casi in cui il lavoratore può accedere alla pensione anticipata dipendono esclusivamente dal tipo di invalidità che deriva dalla malattia oncologica.

Per cui i lavoratori con problemi di salute, riconosciuti ed accertati dalle commissioni mediche specialiste, possono uscire anticipatamente dal mondo del lavoro solo quando è stata accertata la riduzione della loro capacità lavorativa.

Non esiste alcuna automaticità tra la malattia oncologica e l’anticipo pensionistico.

I Professionisti di ProiezionidiBorsa illustreranno i casi in cui la malattia oncologica è riconosciuta come invalidità civile dando diritto all’assegno pensionistico.

Le 3 percentuali di invalidità

L’INPS riconosce l’invalidità civile al malato oncologico nella percentuale dell’11% in presenza di una modesta compromissione delle funzioni psicofisiche dell’interessato. Invece, del 70% in presenza di una grave compromissione funzionale.

Un’invalidità del 100% in presenza di una asportazione chirurgica con prognosi infausta o, comunque, sfavorevole.

Quando l’INPS accerta un’invalidità che non superi il 74% il malato oncologico ha diritto ad accedere all’APE Sociale purchè abbia 63 anni di età e almeno 30 anni di contributi.

Le lavoratrici possono avere diritto a delle riduzioni.

Quando viene accertata un’invalidità civile uguale o superiore al 74%, il malato oncologico ha diritto a 2 mesi in più di contributi per ciascun anno di servizio prestato come invalido, sino ad un massimo di 5 anni, utili ad anticipare la pensione.

Inoltre, con la stessa percentuale di invalidità di cui sopra, il malato oncologico può ottenere l’assegno ordinario di invalidità con almeno 5 anni di anzianità contributiva.

Con un’invalidità superiore all’80% il malato oncologico può accedere alla pensione di vecchiaia anticipata nel rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa.

Con un’invalidità al 100% e l’incapacità a svolgere qualsiasi mansione, il malato oncologico ha diritto alla pensione d’inabilità.

Tuttavia, essendo la materia estremamente delicata anche perché coinvolge due aspetti molto importanti per il malato che sono la salute ed il lavoro, si consiglia sempre di affidarsi a professionisti specializzati che valuteranno caso per caso.

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