Il mal di pancia anche senza diarrea potrebbe indicare questo disturbo

Mal di pancia

La sindrome dell’intestino irritabile è una condizione diffusa che colpisce circa il 10% della popolazione. Il dolore al basso ventre può colpire in maniera più o meno forte e comparire anche all’improvviso. Ci possono essere dolori cronici o ciclici. Ma non si dovrebbe necessariamente associare l’intensità con la gravità.

I dolori possono essere attribuibili all’apparato gastro intestinale, a quello genitale o urinario. L’anamnesi da parte di un medico è fondamentale per riuscire ad ottenere una giusta diagnosi. Vediamo quali sarebbero i sintomi a cui fare attenzione.

Il mal di pancia anche senza diarrea potrebbe indicare questo disturbo

Iniziamo col dire che i dolori addominali potrebbero scemare o scomparire dopo l’evacuazione. La colite infatti sarebbe spesso accompagnata da stipsi o diarrea che potrebbero anche alternarsi. Questo stato di cose potrebbe portare ad effetti associati alla malattia. L’infiammazione del colon potrebbe essere acuta o cronica e rientra nelle malattie digestive. Potremmo riscontrare pus nelle feci, perdita di appetito o perdita inspiegabile di peso.

La qualità della vita di chi soffre di colite è sicuramente peggiorata dalla patologia. Si potrebbero accusare stanchezza, affaticamento, incontinenza fecale e difficoltà respiratorie. Il medico, oltre ad analizzare la storia clinica del paziente, potrebbe prescrivere esami del sangue, analisi delle feci e ricerca di parassiti intestinali.

Anche TAC e radiografie addominali potrebbero evidenziare fattori significativi. Ma l’esame più importante sarebbe la colonscopia, durante la quale si potrebbero prelevare campioni da sottoporre a biopsia. È con questa analisi che si potrebbe comprendere la causa della malattia e l’entità del danno intestinale.

Come si cura la colite

Nei casi più gravi il mal di pancia anche senza diarrea potrebbe necessitare di ricovero. Questo accadrebbe quando il paziente necessita di idratazione con flebo o abbia bisogno di reintegrazione di ferro. Potrebbero essere somministrati anche antinfiammatori per accelerare la guarigione del colon.

Naturalmente questi sono casi estremi. Nelle situazioni meno gravi si può intervenire per rallentare la malattia o prevenirne l’aggravamento. Ridurre lo stress, fare più movimento e migliorare l’alimentazione gioverebbe alla salute dell’intestino.

Studi recenti starebbero associando il consumo di latticini con l’insorgenza della colite. Dunque si potrebbe ridurre il consumo dei derivati del latte. Sarebbero da limitare anche pesche, pere, prugne e uva. Dovremmo ridurre cavoli, carciofi, legumi e patate. Caffè, tè e bevande gassate andrebbero banditi.

Tisane e tintura madre a base di camomilla, melissa, malva, finocchio e menta potrebbero fornire un valido aiuto.

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