Il Green Pass potrà assolvere ai suoi compiti?

Green Pass

Neanche il tempo di domandarsi se l’esecutivo abbia in mente un piano B, nel caso di declaratoria di incostituzionalità della relativa normativa, o della comparsa di varianti che sfuggono alle vaccinazioni, che un nuovo fulmine si abbatte sul Green Pass.

Ieri il ministro degli interni, Luciana Lamorgese, ha comunicato importanti precisazioni sui poteri conferiti agli esercenti, in materia di Green Pass.

Si deve verificare l’autenticità del documento, ma ben altra questione è quella di verificare l’identità del cliente, in modo da confrontarla con quella di chi indicato titolare del Green Pass.

Viene quindi spontaneo domandarsi quanto segue.

Il Green Pass potrà assolvere ai suoi compiti?

Il principale compito del Green Pass è soprattutto quello di tentare di evitare l’accesso a determinati locali, nei confronti di soggetti non vaccinati o guariti entro una determina tempistica e che, al contempo, non si siano sottoposti a test sul Covid 19.

Già abbiamo evidenziato che questo non potrebbe garantire, al limite solo limitare, la diffusione del virus tramite nuovi contagi. Semplicemente perché non si tratta di garanzia consentita dai farmaci attualmente usati per la campagna di vaccinazione.

Ma in base a quanto chiarito dalla Lamorgese, il rischio è decisamente più elevato.

Anche a prescindere dalla concreta attuazione dei richiesti controlli da parte degli esercenti, che potrebbe essere carente, nulla ovviamente esclude che vi siano coloro che utilizzino Green Pass autentici, ma non appartenenti a loro.

In tal senso gli unici controlli previsti, sull’appartenenza del documento all’effettivo titolare, saranno solo quelli a campione effettuati da pubblici ufficiali.

Quali conseguenze?

Questo modo di procedere evidenzia, una volta di più, ancora ve ne fosse bisogno, che tutto il sistema del Green Pass lascia molto a desiderare, quanto al garantire di poter accedere in un locale, potenzialmente immune da contagi.

Per tutti i motivi esposti nell’articolo di ieri, non può esserlo.

Ma, a maggior ragione, non può esservi alcuna garanzia, se tutti possono usare i Green Pass dell’amico, del parente, del conoscente, e così via.

D’altra parte, la Lamorgese non poteva dare indicazioni diverse.

La normativa in materia di identificazione di una persona

In base alla normativa legislativa attualmente in vigore, solo i pubblici ufficiali hanno la facoltà di accertarsi dell’identità di una persona. Tali non sono, evidentemente, gli esercenti di un locale.

È quindi ovvio che essi non possano procedere a richieste sull’identità personale.

Basta questa breve considerazione per comprendere quanto abbiamo superiormente esposto.

Ed è altrettanto ovvio che le forze di Polizia non possano essere dirottate dai loro normali compiti, in particolare di prevenzione e repressione dei reati.

Ma, proprio per tali considerazioni, l’esecutivo deve ipotizzare la rilevante probabilità che la funzione preventiva del Green Pass rischi di rivelarsi in gran parte solo un’ipotesi. E ciò sarebbe in netto contrasto con la situazione reale.

E, a questo punto, avrebbe il dovere di indicare a chiare lettere cosa pensi di fare nel caso non riesca a contenere il virus.

Ipotesi del resto attendibile, anche solo considerando la possibile sopravvenienza di nuove varianti.

In una democrazia, un esecutivo ha la precisa responsabilità di indicare cosa farebbe in determinate evenienze.

Ieri la Lamorgese ha chiarito cosa sono chiamati a fare o a non fare gli esercenti.

Alla domanda se il Green Pass potrà assolvere ai suoi compiti, sarebbe il caso che si dicesse a chiare lettere anche come intenderebbe procedere il Governo, nel caso si verifichino determinate evenienze, soprattutto a fronte della consapevolezza di non poterle quanto meno escludere a priori.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

Consigliati per te