Il ghetto ebraico nella storia di Roma

Ghetto

Quanti di noi si sono persi per i quartieri di Roma, passeggiando sotto il sole e lasciandosi cullare dal vento? Quanti si sono innamorati degli scorci di Roma e hanno sospirato vedendo le antiche rovine?

Ma quanti possono dire di aver visto davvero il ghetto romano?

Le origini del ghetto si perdono nel 1500. Con la bolla papale, tutti gli ebrei sono stati costretti ad abbandonare le loro case originarie e a stanziarsi nella zona di Largo di Torre Argentina.

Il quartiere ebraico infatti si divide tra via Arenula, via dei Falegnami, via dei Funari, Via della Tribuna di Campitelli, Via del Portico d’Ottavia e Lungotevere De’ Cenci.

Anticamente il ghetto finiva poco prima del lungotevere, acquisto fatto in epoca recente dalla comunità ebraica.

Sede della sinagoga principale di Roma e della scuola ebraica, il ghetto è un pullulare di locali, ristoranti, negozi e chioschetti tipici della capitale.

Qui sono nate anche famose ricette romanesche. Come quella del brodo di pesce e il carciofo alla romana, famoso per la sua doppia frittura in olio bollente.

Il ghetto ebraico nella storia di Roma. Come arrivarci

Per arrivare nel ghetto e vivere una vera esperienza di “tuffo nel passato” è semplicissimo. Se si vuole, si può passeggiare a piedi da Roma Termini a Largo di Torre Argentina, basterà passare per Piazza Venezia e seguire la strada da destra che conduce a Largo di Torre Argentina. Una volta là, davanti alle rovine del senato, si procederà per la strada delimitata dal tram che taglia in due il ghetto. Il quartiere è anche sede del Ministero della Giustizia al numero 19. Se vi volete perdere per le vie del ghetto, andate a cercare il Portico D’Ottavia e il Teatro Marcello. Queste sono  vere attrazioni del ghetto ebraico nella storia di Roma. Se invece volete perdervi per i negozietti, vi consigliamo quelli nei dintorni della scuola ebraica, dove potrete comprare veri giocattoli ebraici come le trottole da caricare col filo.

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