A volte alcuni movimenti di breve termine creano disagio negli investitori, soprattutto in quelli che come al solito sono rimasti a bordo campo. Qualsiasi pretesto sarà buono per avvalorare la propria tesi, e giustificare a se stessi o agli amici, di aver perso una straordinaria occasione di guadagno. Da più parti si levano sonori moniti su questi mercati azionari che hanno fatto un mese di gennaio di straordinari rialzi. Molti dicono che ora il peggio deve venire e sarà alle porte. Non capiamo francamente il perchè. Quello che è accaduto nelle serie storiche dal 1898 ad oggi, ci fa affermare che il forte rialzo di gennaio dei mercati azionari non è un indicatore ribassista.
Nel mese di gennaio i mercati europei sono saliti in media del 10%, il Nikkey 225 del 5,7%, i mercati americani invece, hanno registrato le seguenti performance:
Dow Jones +2,8%
Nasdaq C. +9,6%
S&P 500 +5,78%.
Rialzi al di sopra della media per alcuni, anzi propedeutici a ribassi. In sostanza si afferma:” se un indice sale deve scendere”. Questo è vero ma c’è da aggiungere, perchè dovrebbe farlo subito?
Il mese di gennaio è anche un ottimo barometro per l’intero anno. Quando registra performance positiva la probabilità è superiore all’80% che l’anno chiuderà con una performance positiva.
Per gennaio 2023 la probabilità era superiore al 60% che la perfomance sarebbe stata positiva.
Vediamo cosa è successo nella storia
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L’analisi e le statistiche sono basate sul Dow Jones che presenta serie storiche dal 1898. A questo indice azionario le Borse mondiali mostrano correlazione intorno all’80%.
I migliori mesi dell’anno per performance sono stati: gennaio, aprile, luglio, novembre e dicembre.
Per gennaio:
- probabilità del 68,5% che possa essere positivo con un rendimento medio dell’1,33%;
- probabilità del 31,3% che possa essere negativo;
- la performance media per i mesi positivi è stata del 3,69%;
- la performance media per i mesi negativi è stata del 3,78%;
- ritracciamento medio del 5,34%;
- il massimo ritracciamento è stato del 25,20%;
- rialzo medio del 9,57%;
- il massimo incremento del 25,84%.
Il forte rialzo di gennaio dei mercati azionari non è un indicatore ribassista
Su tutti i casi analizzati abbiamo letto i seguenti risultati:
- 39 volte il ritracciamento è stato superiore al 5%;
- 69 volte il rialzo è stato superiore al 5%;
- 4 volte il ritracciamento è stato superiore al 10%;
- 29 volte il rialzo è stato superiore al 10%;
- 1 sola volta il ritracciamento è stato superiore al 20%
- 4 volte il rialzo è stato superiore al 10%.
Cosa notiamo? Che il mese di gennaio non è stato un’anomalia, anzi nella storia è stato fatto tante volte molto meglio. La perfromance di questo mese per i mercati americani non è stata nemmeno eccessiva rispetto alla storia!
Come dovrebbe essere l’andamento del 2023 dovrebbe essere come segue
Come dovrebbe essere per questo mese di febbraio?
Le probabilità sono superiore al 60% che si registri una performance positiva. Il mese di marzo per i mercati americani è atteso con un inizio in forza, ma la chiusura del time frame dovrebbe avvenire inferiore all’apertura.
Cosa faranno gli altri mercati? Seguiranno a ruota o amplificheranno o faranno peggio dei mercati americani. I mercati europei e asiatici non fanno testo, e quindi non hanno alcuna valenza statistica in quanto le serie storiche disponibili sono molto ridotte.
E cosa dire a chi prende come parametro il +12% di Piazza Affari? Si guardasse gli ultimi 22 anni: ha fatto un movimento diametralmente opposto a tutte le Borse mondiali!
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