Il lockdown ha messo alle strette anche l’evasione fiscale. Secondo l’Ufficio Studi della Cgia il Fisco esulta per il diminuire del “nero” tra gli italiani. Provocazione o meno l’associazione ritiene che nei tre mesi della pandemia ci sia stato un giro di soldi a nero inferiore di 27 miliardi di euro.
Perché si è giunti a questa considerazione?
Lo studio va preso con le molle perché si parte da un presupposto: tra l’opinione pubblica circola la convinzione che il popolo degli evasori presente in Italia è costituito quasi esclusivamente da lavoratori autonomi.
Quanta evasione c’è in Italia
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Il Ministro dell’Economia e delle Finanze stima che in Italia ci sia una evasione fiscale vicina ai 110 miliardi all’anno.
Perché sparare sugli autonomi
I rapporti commerciali intrattenuti da edili, dipintori, idraulici, elettricisti, orafi, parrucchieri, estetisti, baristi, ristoratori, piccoli commercianti sono sempre stati ritenuti quelli più soggetti ad evadere. Il motivo è semplice: attività caratterizzate da un rapporto commerciale diretto con il cliente finale. Partendo da questo presupposto e visto che sono le categorie maggiormente penalizzate nel lockdown, la Cgia stima che l’evasione è diminuita del 25%. Per quest’anno dunque l’ammontare complessivo del mancato gettito dovrebbe scendere a 82 miliardi di euro.
La caccia alle streghe
La ricostruzione fatta dall’Ufficio Studi della Cgia non ha alcun rigore scientifico. Una provocazione che nella realtà dei fatti da più parti si spiffera gettando fango sulla categoria del lavoro autonomo in modo ingiusto.
I rischi per il futuro
Vista l’aria che tira e che da una depressione economica si passerà ad una crisi sociale, i lavoratori autonomi vengono visti come i peggior nemici del fisco. Il malvezzo di etichettarli come gli affamatori del popolo è ingiusto e correttamente vanno difesi. L’evasione/elusione va contrastata con tutte le forze ma non soltanto colpendo i più piccoli e i più deboli. Non è una questione di scontrino ma il discorso dell’evasione fiscale è più ampio. Perché non porre un freno alle operazioni societarie eticamente molto discutibili che hanno spostato la sede nei paesi a fiscalità di vantaggio? Il Fisco esulta per il diminuire del “nero” tra gli italiani ma sicuramente non c’è da stare allegri perché è dovuto solo per un fatto contingente e non per l’applicazione alla lettera della legge.