Un post, una foto o una storia possono esporre al rischio di accertamenti? Ad oggi anche la dimensione virtuale può essere fonte di preziose informazioni per il Fisco che opera i suoi controlli con tutti i mezzi disponibili. Come funziona questo sistema di monitoraggio e cosa va a scovare nello specifico? Vediamo come da Facebook, Instagram, Twitter ed altri social network sia possibile estrapolare informazioni sulla nostra condotta fiscale.
Le disposizioni dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza
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Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza sono sempre allerta sulle azioni dei contribuenti. Il Fisco ci controlla anche sui social: aperta la caccia agli evasori e a tutti i cattivi pagatori. Gli accertamenti riguardano le cosiddette “fonti aperte”, ossia l’insieme di tutte quelle fonti sul web alle quali si ha libero accesso. È proprio da questo tipo di dati che il Fisco attinge informazioni relative a incongruenze tra redditi dichiarati e stile di vita o altro. Questo è quanto si evince dalla circolare n.16/E del 28 aprile 2016 pubblicata dall’Agenzia delle Entrate. A questa si aggiunge anche la circolare del Comando Generale della Guardia di Finanza n.1 del 4 dicembre 2017.
Come si procede in Italia. E in altri Paesi
Siti internet, canali social e informazioni sul web potranno essere utili alla messa a punto di eventuali controlli fiscali sui contribuenti. Laddove oltralpe, precisamente in Francia, questi tipi di controlli vengono eseguiti in maniera automatica, in Italia non è ancora così. Nel nostro Paese, infatti, gli esposti ai controlli saranno coloro che in qualche maniera siano finiti sotto la lente del Fisco per diverse ragioni.
Limitazioni ai controlli e questioni irrisolte
Il Fisco ci controlla anche sui social: aperta la caccia agli evasori anche se resta ancora da dirimere la questione legata all privacy. Ad oggi, quelle che vengono controllate sono le informazioni rintracciabili su profili i cui contenuti sono resi pubblici dall’utente. Sebbene le potenzialità degli strumenti di controllo risultino elevate, attualmente in Italia i controlli si applicano a determinate situazioni. In linea di massima, in Italia, questo tipo di controlli viene effettuato a supporto di indagini già avviate. In Francia, differentemente, i controlli sulle fonti aperte prendono avvio in maniera automatica e fungono da spunto investigativo per eventuali lotte all’evasione.
Considerando il rapido sviluppo di tali mezzi e strumenti, non è da escludere un possibile rafforzamento di queste misure anche nel nostro Paese.