Nel corso del mese di novembre le azioni ENI hanno raggiunto nuovi massimi storici grazie anche alla scoperta di nuovi giacimenti di gas nel Mar Mediterraneo. Adesso, però, il fallito break rialzista potrebbe far accelerare al ribasso queste azioni.
Perché il titolo ha aggiornato i massimi storici nonostante la discesa del petrolio?
Indice dei contenuti
Tutti conosciamo le conseguenze dell’aumento del prezzo del gas. ENI nell’ultimo anno ha rafforzato gli sforzi per cercare nuovi giacimenti nel Mar Mediterraneo con risultati molto importanti. Recentemente, la società ha confermato la terza scoperta consecutiva effettuata nel Blocco 6 dopo Cronos-1 e Calypso-1, a conferma delle promettenti prospettive di sviluppo dell’area intorno a Cipro. Le stime preliminari indicano volumi di gas in posto tra circa 56 e 85 miliardi di metri cubi.
ENI, però, non è solo gas. La società, infatti, insieme a SNAM sta portando avanti un programma per la decarbonizzazione del sistema industriale italiano. L’idea, infatti, è quella di catturare l’anidride carbonica e stoccarla in giacimenti di gas dismessi. In questo modo si potrebbe dare un’accelerata green all’industria italiana.
Queste sono solo alcune delle recenti novità riguardo il titolo che potrebbero avere contribuito alle sue quotazioni indipendentemente dal prezzo del petrolio.
Il fallito break rialzista potrebbe far accelerare al ribasso queste azioni: le indicazioni dell’analisi grafica
Il titolo ENI (MILENI) ha chiuso la seduta del 23 novembre a quota 14,12 euro, in rialzo dello 0,48% rispetto alla seduta precedente.
Ci sono due falliti break rialzisti che potrebbero avere un importante impatto sull’andamento del prezzo di ENI.
Il primo è di breve periodo. Come vediamo dal grafico, le medie sono attualmente incrociate al ribasso. D’altra parte le quotazioni hanno cercato di invertire la tendenza rompendo al rialzo sia la media di breve (linea blu) che quella di lungo (linea rossa). Purtroppo, la seduta del 22 dicembre ha visto la mancata conferma del break rialzista. Qualora questo scenario dovesse essere confermato, allora le quotazioni potrebbero continuare a scendere in accordo con la tendenza individuata dall’incrocio delle medie.
Nel lungo periodo, invece, notiamo che, come già accaduto a giugno 2022, area 14,60 euro ha frenato l’ascesa delle quotazioni. Ecco, quindi, che aumentano le probabilità a favore di una possibile continuazione ribassista nelle prossime sedute.