Le strategie di impiego delle risorse finanziarie dell’investitore non professionale divergono moltissimo da quelle di altri soggetti.
La prima risposta alla quale dobbiamo rispondere è questa: perché comprare azioni?
Dagli studi finanziari effettuati sugli ultimi 150 anni sui mercati statunitensi, abbiamo l’assoluta conferma che nel suo complesso le azioni americane sono state una vera e propria macchina per produrre ricchezza.
Chi ha comprato e detenuto queste azioni ha fatto un sacco di soldi.
Il dilemma dell’investitore: uscire o restare nel mercato
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Gli studi e le statistiche hanno confermato che anche nel periodo peggiore della Borsa americana dal 1929 al 1954, le azioni sono state vincenti su altri tipi di investimento a reddito fisso.
Partendo dai massimi dell’anno 1929, le azioni hanno avuto un rendimento effettivo netto (senza considerare gli eventuali dividenti pagati) di oltre il 4%. Bisogna tenere presente che questi 25 anni sono stati i peggiori in assoluto nella storia finanziaria degli Stati Uniti d’America e del Mondo. In questo periodo abbiamo avuto il crollo delle Borse del ’29. Di conseguenza il periodo della grande depressione, la seconda guerra mondiale e la guerra di Corea.
Eppure dati alla mano chi ha comprato e tenuto strette le proprie azioni è stato vincente contro chi ha disinvestito e si è avvicinato ad altri tipi di remunerazione del proprio capitale.
Chiunque investe spera sempre di anticipare il mercato, uscire dai massimi, aspettare uno storno e quindi rientrare. Questa operazione molto semplice nella sua descrizione è estremamente difficile nella pratica, se non addirittura impossibile al singolo investitore. Ricordiamo che nessuno ha la sfera di cristallo e può prevedere il futuro.
Qual è il comportamento più corretto dell’investitore non professionale?
Per capire il comportamento migliore di questo tipo d’investitore si devono tenere presenti diversi tipi di rischi. Quelli dell’investitore e quelli di chi gestisce il denaro degli investitori.
Prendendo sempre ad esempio il periodo 1929-1954 il rendimento del 4% nel suo complesso può essere accettabile per il piccolo. Ma non per il manager che gestisce un grosso fondo.
Quindi la soluzione è comprare buone azioni e restare nel mercato indipendentemente dai crolli o dal raggiungimento dei picchi di massima. Senza cercare di uscire e ricomprare in continuo.
Restare nel mercato nel lungo periodo è l’unica soluzione per gli investitori non professionali
Oggi una soluzione sempre basata sul mantenimento dei propri investimenti è quella di operare con PAC (piani di accumulo) con scadenza a 25 anni, un periodo abbastanza lungo nel quale il mercato si controbilancerà da sé.
Per concludere su “Il dilemma dell’investitore: uscire o restare nel mercato”, Warren Buffett tra i suoi consigli ha sempre indicato di non vendere mai durante i grossi ribassi della Borsa e tenere le azioni.