Tra i doveri più importanti del datore di lavoro, oltre a pagare lo stipendio al dipendente, c’è quello di assicurare la sicurezza nel luogo di lavoro. L’articolo 2087 del codice civile stabilisce che l’imprenditore è tenuto ad adottare le misure di sicurezza necessarie nell’esercizio dell’impresa. Queste devono essere coerenti con la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica e proteggere l’incolumità fisica e la personalità dei dipendenti. Dunque, si può osservare come il datore di lavoro debba adottare sostanzialmente tre tipi di misure di sicurezza.
Intanto quelle imposte esplicitamente dalla legge. Poi, quelle generiche imposte dalla comune prudenza. Ed infine, quelle specifiche in base alla particolarità del lavoro, all’esperienza e alla tecnica. La giurisprudenza spiega che quella dell’articolo 2087 codice civile, non è, però, una responsabilità di tipo oggettivo. Non solo, cioè, perché esiste l’infortunio e questo avviene durante l’attività lavorativa il datore di lavoro è automaticamente responsabile.
Gli obblighi del datore di lavoro
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Infatti, quando si va in giudizio in caso di infortunio, il dipendente deve provare il danno subito e la pericolosità dell’ambiente di lavoro. Infine, il collegamento tra danno e ambiente di lavoro stesso. Il datore di lavoro, deve, invece, provare di avere adottato tutte le misure di sicurezza ricordate. Oltre ad essersi assicurato che il dipendente fosse di grado di utilizzare correttamente i dispositivi di sicurezza.
Se non raggiunge queste prove davanti al giudice, il datore di lavoro rischia una multa fino a 2.000 euro e la reclusione fino a 1 anno. Oltre a questo, dovrà anche risarcire i danni subiti dal lavoratore a causa dell’infortunio. Interessante, sul punto, una ordinanza della Cassazione, numero 25597 del 2021, in cui la Corte si occupa di un tipo di infortunio sul lavoro frequente.
Il datore di lavoro rischia una multa fino a 2.000 euro, 1 anno di reclusione e il risarcimento del danno in favore del lavoratore in questo caso
I giudici escludono il c.d. concorso di colpa del dipendente quando il datore di lavoro non adotti tutte le misure idonee a prevenire gli infortuni sul lavoro. Il datore di lavoro rischia la multa, la reclusione e il risarcimento anche quando l’infortunio sia parzialmente attribuibile al dipendente. Quando questo, cioè, ha tenuto un comportamento imprudente oppure anomalo.
I giudici spiegano quindi che il datore di lavoro è sempre responsabile degli infortuni se non adotta tutte le misure idonee a prevenire i rischi generici e specifici dell’attività. L’unico caso in cui il capo non risponde dell’infortunio consiste nell’assunzione da parte del lavoratore del c.d. rischio elettivo. Quando questo, cioè, assuma un comportamento ed abusi del diritto che la legge gli riconosce e che è del tutto estraneo dall’attività lavorativa e motivato da ragioni personali. Se, invece, il dipendente è stato semplicemente imprudente nell’esercizio della propria attività, il datore di lavoro inadempiente rischierà comunque le sanzioni ricordate.
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