Il datore di lavoro rischia un ingente risarcimento e di dover riassumere il dipendente se lo licenzia in questo modo illegittimo

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Il contratto di lavoro subordinato genera importanti diritti e doveri per le parti coinvolte. Tanto per il datore di lavoro quanto per il dipendente. Il datore di lavoro deve, per prima cosa, pagare la prestazione lavorativa della persona che assume. Deve assicurargli, poi, un posto di lavoro sicuro e privo di pericoli per la sua salute, altrimenti rischia grosse sanzioni fino alla reclusione.

Infine, il capo deve provvedere a riconoscere le ferie ai propri dipendenti come richiesto dalla stessa Costituzione. Tra i doveri del lavoratore c’è quello di prestare la propria attività lavorativa, nei tempi e nei modi previsti dal contratto. Le mansioni che deve svolgere sono quelle per cui viene assunto. Il lavoratore deve anche rispettare le direttive del datore di lavoro.

Gli obblighi del datore di lavoro

Il dipendente deve, poi, fare attenzione ai suoi comportamenti. Infatti, deve evitare di tenere comportamenti sanzionabili disciplinarmente. Il contratto di lavoro e il CCNL, oltre che la legge, possono prevedere tutta una serie di comportamenti che portano a sanzioni per il lavoratore. Il datore di lavoro rischia un ingente risarcimento e l’ordine di assumere nuovamente il lavoratore quando lo licenzia non seguendo il procedimento disciplinare. L’articolo 7 dello Statuto dei Lavoratori disciplina i principali punti delle procedure di contestazione degli illeciti disciplinari.

Intanto, prevede che il datore di lavoro debba portare a conoscenza dei dipendenti le norme riguardanti infrazioni e sanzioni e le procedure di contestazione. Questo lo fa tramite affissione dei documenti che contengono tali norme nel luogo di lavoro, in una zona accessibile a tutti. Ci sono, però, due operazioni sempre obbligatorie che il datore di lavoro deve attuare in caso di contestazione disciplinare. La contestazione dell’addebito disciplinare e il dovere di sentire il dipendente a sua difesa.

Il datore di lavoro rischia un ingente risarcimento e di dover riassumere il dipendente se lo licenzia in questo modo scorretto

Oltretutto, se la sanzione dovesse essere più grave del rimprovero verbale, non può applicare i provvedimenti disciplinari prima di 5 giorni dal momento della contestazione. La Corte di Cassazione, con la sentenza 7392 del 2022, ha anche spiegato che il datore di lavoro ha l’obbligo di sentire il dipendente. In particolare, quando questo chieda un colloquio con il proprio responsabile. La violazione di questo diritto comporta non solo la riassunzione in caso di licenziamento, ma la possibilità per il lavoratore di ottenere un grosso risarcimento dal suo capo.

Approfondimento

Fino a 6 anni e 6 mesi di reclusione per il datore di lavoro che si comporta in questo modo scorretto nei confronti del lavoratore

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