Il codice civile, all’articolo 2087, prevede che l’imprenditore debba tutelare la salute dei suoi dipendenti. Nell’esercizio dell’attività di impresa deve adottare tutte le misure, in base al tipo di lavoro, l’esperienza e la tecnica, per garantire la sicurezza sul lavoro. Per sicurezza si intende da una parte l’integrità fisica, quindi il fatto che i suoi dipendenti non subiscano danni al loro corpo. Dall’altra, si intende anche personalità morale dei dipendenti. In quest’ultimo concetto rientra anche il danno morale da incidente.
Un caso classico è quello di mobbing. Infatti, il datore di lavoro è obbligato a tutelare il proprio dipendente anche da condotte scorrette di terzi, come, ad esempio, i suoi colleghi. All’interno della sua azienda, se un dipendente subisce mobbing, il capo è responsabile.
Le responsabilità del datore di lavoro
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L’articolo 2087 codice civile impone al datore di lavoro di adottare 3 tipi di misure di sicurezza. Intanto, quelle obbligatorie previste dalla legge. Esempio di questo tipo di misure lo troviamo nel Decreto legislativo 81/2008. Questa legge speciale contiene una serie di misure di sicurezza specifiche che il datore di lavoro deve adottare. Poi, il capo deve mettere in campo le misure di sicurezza dettate dalla prudenza comune. E infine, deve assicurarsi di garantire quelle misure che si rendano necessarie in base all’esperienza e alle particolarità del lavoro. Sembra incredibile ma il datore di lavoro rischia la reclusione e può dover risarcire il dipendente anche se ha adottato tutte queste misure.
Lo ha spiegato la Cassazione con la sentenza 20186 del 2022. I giudici hanno ritenuto il datore responsabile per la condotta imprevedibile e scorretta del dipendente, che aveva portato al suo infortunio. I giudici hanno, ancora più nello specifico, condannato il capo a pagare il 50% del risarcimento del danno per l’infortunio del lavoratore. E questo anche se era stato proprio il dipendente a creare il pericolo.
Il datore di lavoro rischia la reclusione e un grosso risarcimento anche se il dipendente si comporta in questo modo scorretto e imprevedibile
Il dipendente in questione, oltretutto, era anche il responsabile che vigilava sulle attività degli altri dipendenti. Era, dunque, del tutto formato e informato dei rischi connessi alla pulizia degli strumenti di lavoro. E allo stesso modo, teneva un comportamento irrazionale, scorretto e imprevedibile tale da determinare un incidente e il suo infortunio.
Anche stando così le cose, i giudici hanno, in ogni caso, ritenuto il datore di lavoro corresponsabile dell’infortunio. E per questo lo hanno condannato a risarcire il danno. Questo perché garante della sicurezza dei suoi dipendenti. Il capo ha anche rischiato una condanna penale per lesioni colpose aggravate.
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