Il crollo dei mercati è giustificato dai fondamentali delle società?

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Dopo ribassi del 25% di media ancora la situazione non sembra migliorare allora è lecito chiedersi se il crollo dei mercati è giustificato dai fondamentali delle società

Dopo una mattinata di recuperi Piazza Affari è ben presto virata al ribasso sull’onda delle richieste dei Governatori delle regioni del nord di inasprire ancora le già ferree misure di contrasto al Covid-19. Gli ospedali del Nord sono al collasso, e il timore di un’escalation dei ricoveri porta a sposare la via del “prevenire è meglio che curare”. Per chi invece guarda ai mercati gli interrogativi che affollano la mente sono tanti. Tra di essi, uno riguarda il dubbio se le odierne quotazioni dei mercati finanziari rispecchino i fondamentali dei bilanci e del ciclo economico stesso. La domanda che molti si pongono è la seguente: il crollo dei mercati è giustificato dai fondamentali delle società?

Fatturati e corsi azionari

È arcinoto che i corsi azionari in buona sostanza rispecchino lo stato di salute dell’azienda che rappresentano. Altrettanto assodata è anche la velocità di reazione dei mercati ad ogni nube o minaccia che compaia all’orizzonte (la c.d. avversione al rischio). Ora però è legittimo porsi il dubbio se gli attuali crolli dei mercati finanziari siano giustificati dai fondamentali di bilancio e dall’attuale ciclo economico. Vediamolo con due pratici e semplici esempi.

Eni il 2 gennaio quotava sui €14 rispetto ai €8,10/8,70 attuali,circa -40%. Le ragioni del crollo sono legate in buona parte non ai fondamentali della società che ai livelli attuali è sottovalutata di non poco, ma ai mancati accordi Russia-Paesi arabi  e al forzato stop delle attività umane per il Covid-19. Ma solo se quest’ultima situazione dovesse perdurare molti e molti mesi allora si potrebbe assistere a un crollo del Pil a cifre intere, tale da giustificare, nel lungo periodo, prezzi da saldi come gli attuali.

Banco BPM ad es. è passata dai 2 euro di inizio gennaio agli €1,23 di mezz’ora fa: -38,5% (o addirittura -52% rispetto al picco del 18 febbraio, giusto 15 sedute fa). Per essa le motivazioni sono da rinvenire nell’esplosione dello spread e nei timori del virus. Ma le sue quotazioni di Borsa non sono giustificate dai fondamentali di bilancio. BPM quasi certamente erogherà meno mutui, o venderà meno prodotti alla clientela e così via; ma di certo non è un istituto in difficoltà. Anzi, fino a prova contraria, molti addetti ai lavori la considerano come una delle possibili ‘spose’ in eventuali scenari futuri di OPA.

La morale

Le possibili lezioni da trarre sono semplici ma efficaci. Pensare: oggi compro e domani raccolgo è al limite dell’azzardo, della scommessa. È un’operatività più per esperti del settore. La mossa giusta è quella del buon padre di famiglia, ossia quella che porta ad iniziare a considerare possibili ingressi nei mercati azionari (diluiti nel futuro prossimo) quale strategia di successo nel medio-lungo termine.

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