Con l’approssimarsi della scadenza di presentazione della dichiarazione dei redditi ci si chiede se il convivente possa considerarsi un familiare fiscalmente a carico. Per procedere alla compilazione del modello 730/2020 occorre individuare con esattezza i familiari per i quali è possibile godere di detrazioni fiscali. Chi convive con il partner senza tuttavia aver sottoscritto un contratto matrimoniale è da ritenersi un familiare ai fini reddituali?
Per capire se il convivente è un familiare fiscalmente a carico occorre consultare il dettato legislativo e soprattutto circoscrivere il significato del termine “convivente”. Secondo l’articolo 1, comma 36, Legge n. 76/2016 si dicono conviventi “due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile”.
Ciò significa che per effetto della cosiddetta Legge Cirinnà, ovvero la Legge 20 maggio 2016 n. 76, vi sono novità relative ai familiari a carico. Tanto nel modello 730 quanto nella dichiarazione dei redditi figura la possibilità di includere fra i familiari fiscalmente a carico altri soggetti. Nello specifico, avranno diritto alle consuete detrazioni fiscali anche i soggetti che hanno contratto unione civile e quelli che di fatto convivono.
Il convivente è un familiare fiscalmente a carico?
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La possibilità di detrarre una serie di spese documentabili, oltre che per il coniuge non separato e per i figli, si estende così ad una platea di beneficiari ben più ampia. Ciò soprattutto in considerazione del recente moltiplicarsi del numero delle unioni civili e delle convivenze di fatto in Italia.
Il dettato legislativo n. 76/2016 infatti precisa quali siano le disposizioni cui attenersi quando i termini “coniuge” e simili figurano nei contratti o nei regolamenti con validità di legge. “Le parole coniuge, coniugi o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso”.
In tal modo, chi presenta la dichiarazione dei redditi può fruire delle detrazioni fiscali per il convivente che risulta a suo carico. Anche l’Agenzia delle Entrate ha provveduto ad adeguare il modello 730 per assicurare alle unioni civili e alle convivenze di fatto identici benefici e agevolazioni fiscali. Resta fermo tuttavia l’obbligo di registrazione all’anagrafe dell’unione affinché il partner possa accedere agli sgravi fiscali.