La morte del proprio marito o moglie comporta quasi sempre l’avvio di pratiche di successione. In questo senso, la precedente scelta dei coniugi della comunione o separazione dei beni potrebbe comportare una differente scenario patrimoniale. Una situazione meno vantaggiosa per il superstite potrebbe palesarsi in presenza di separazione dei beni. Il coniuge rischia di perdere buona parte dell’eredità quando presenta questa dichiarazione e di seguito illustriamo le eventuali ipotesi.
Come influiscono comunione e separazione dei beni sull’eredità?
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Meglio la comunione o la separazione dei beni? Attualmente, salvo differente decisione, la coppia che si sposa entra automaticamente in regime di comunione dei beni. In un articolo precedente abbiamo spiegato “In cosa consiste la comunione dei beni e come si distingue”.
Entrambe le soluzioni presentano vantaggi e svantaggi precisi in relazione all’utilità per ciascuno. Attenzione a ricordare che questi regimi possono mutare nel tempo. È quello che accade nei casi che abbiamo illustrato nell’articolo “Quando si scioglie la comunione dei beni tra coniugi”. Ciò che è interessante approfondire in questa sede è come si potrebbe diversamente distribuire l’eredità in presenza di separazione o comunione dei beni.
Il coniuge rischia di perdere buona parte dell’eredità quando presenta questa dichiarazione
Quando muore un coniuge in regime di comunione dei beni, la metà di tutti i suoi possessi spettano di diritto al coniuge superstite. Questo accade prima ancora dell’apertura della successione, in ragione del vincolo della comunione. La divisione della quota tra gli eredi, dunque, si applica solo all’altra metà del patrimonio e tra gli eredi figura anche il coniuge superstite. Immaginiamo il caso in cui si abbia una casa in comunione dei beni e che gli eredi siano la moglie e una figlia. L’immobile appartiene già per il 50% al coniuge superstite, dunque la quota da dividere in successione è l’altra metà appartenente al defunto.
In questo caso, il 25% va alla moglie con diritto di abitazione e l’altro 25% alla figlia. In caso di separazione dei beni, il coniuge avrebbe ricevuto solo la metà del diritto sull’immobile. Ciò perché le regole di successione non cambiano in regime di separazione o comunione dei beni. Il coniuge rientra nell’asse ereditario a prescindere dal regime patrimoniale prescelto. L’aspetto differente potrebbe riguardare, appunto, la quota di proprietà che su un bene ha il coniuge superstite. In caso di separazione dei beni, dunque, potrebbe trattarsi di una quota meno vantaggiosa seguendo quanto abbiamo illustrato.
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